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Attualità domenica 04 giugno 2023 ore 18:55

Life Support verso la Toscana, ecco quando arriverà

life support
Foto d'archivio

Viaggiano a pieno regime i preparativi per accogliere i 29 migranti salvati in mare, tra cui donne e un bimbo. L'attuale posizione della nave



CARRARA — E' atteso per domattina l'attracco al porto di Marina di Carrara della nave di Emergency Life Support, a cui lo scalo toscano è stato assegnato quale porto sicuro dopo il salvataggio in acque internazionali di 29 migranti fra cui 3 donne e un bambino di 2 anni avvenuto il 2 Giugno scorso.

L'arrivo della nave era stato sin da subito fissato per lunedì 5 Giugno, mentre l'orario inizialmente previsto per le 9,50 potrebbe essere anticipato alle 8 per via delle buone condizioni di navigazione. Life Support - che si trova vicina alle acque toscane come si vede dalla posizione aggiornata alle 12,15 di oggi 4 Giugno nella mappa in calce dal sito vesselfinder.com - attraccherà alla banchina Taliercio. Quindi inizieranno le operazioni di prima accoglienza secondo un'organizzazione ormai rodata e che marcia a pieno regime per i preparativi.

Le persone soccorse erano partite da Sabratah, in Libia, la notte del 1 Giugno scorso. Provengono da Eritrea, Etiopia, Gambia e Sudan. Una nota di Emergency riporta alcune loro testimonianze.

“Il padre di mio figlio ora è in Libia – racconta la donna di 22 anni proveniente dall’Eritrea e soccorsa assieme al figlio di 2 anni –. Volevamo mettere in salvo il bambino da quell’inferno, ma non avevamo i soldi per pagare il viaggio per tre. Ci siamo detti che nostro figlio doveva studiare e non vivere in un Paese dove la gente viene uccisa per strada. Il mio amore si è sacrificato. Ora ho paura che non ci rivedremo mai più”.

“Al momento della partenza, provavamo tutti un senso di speranza. Sull’imbarcazione c’erano due motori. Ci avevano detto che le luci delle piattaforme petrolifere erano l’Italia e quindi a noi tutti sembrava un viaggio semplice. Invece dopo poche ore dalla partenza, il primo motore si è rotto. – racconta un ragazzo del Gambia di 18 anni –. Ne restava solo uno e non eravamo neanche a metà del viaggio. Ero nel panico ma non sarei tornato indietro perché in Libia si rischia la vita ogni giorno”.

“Il governo italiano ci ha assegnato un porto distante 662 miglia e circa 70 ore di navigazione dal luogo del soccorso", commenta Albert Mayordomo, capomissione della Life Support. 


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