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​Secondo Porges e secondo me

di - sabato 03 giugno 2023 ore 08:00

Una descrizione evolutiva a tre livelli, simile a quella di McLean e a quella di Panksepp (che ho esaminato negli ultimi due post), è quella operata dalla teoria “polivagale” di Stephen Porges. Solo che la descrizione di Porges si concentra non sui livelli del Sistema Nervoso Centrale, ma sui livelli del Sistema Nervoso Autonomo.

Per chiarezza faccio questa ricapitolazione: il Sistema Nervoso è una parte molto complessa che, attraverso funzioni elettro-chimiche, agisce negli animali all’interno del corpo e nelle interazioni con l’ambiente (assieme al Sistema Neuro-Endocrino e al Sistema Neuro-Immunitario) coordinando le azioni e le informazioni sensoriali; dico per inciso, però, che anche nei vegetali ci sono funzioni elettriche.

Gli animali pluricellulari (tranne le spugne ed altri animali evolutivamente molto primitivi)posseggono un Sistema Nervoso: le meduse, ad esempio, hanno un’unica rete nervosa diffusa, mentre la maggior parte degli animali ha un encefalo o cervello ed uno o due cordoni centrali; dall’encefalo e dai cordoni si irradiano nervi. Nei Vertebrati il Sistema Nervoso si dorsalizza e si distingue in una parte operativa centrale (il Sistema Nervoso Centrale, protetto da strutture ossee: cranio e colonna vertebrale) ed una parte periferica, costituita dai nervi, che emergono dal Sistema Nervoso Centrale e costituiscono il Sistema Nervoso Periferico.

I nervi del Sistema Nervoso Periferico hanno una componente “somatica”, che va ad innervare i muscoli “volontari” (permettendo il movimento) e gli organi di senso (permettendo la sensibilità), ed una componente “autonoma” o “involontaria”, che, a sua volta viene distinta in un Sistema Nervoso Simpatico, in un Sistema Nervoso Parasimpatico e in un Sistema Nervoso Enterico.

Posso, a questo punto, già esprimere qualche riflessione critica.

Una prima riflessione riguarda il fatto che nell’anatomo-fisio-patologia classica è privilegiato il Sistema Nervoso “volontario”, a discapito della componente “involontaria” e questo fatto può essere facilmente spiegato con il dato che le grosse malattie neurologiche, come l’ictus, riguardano soprattutto il Sistema Volontario. Il Sistema Involontario è però certamente più pregnante, perché, a rigore, esso comprende anche il Sistema Neuro-Endocrino e il Sistema Neuro-Immunitario. Nella cultura diffusa a tutti i livelli viene data più importanza, come fattore di guarigione, alla “volontà” che all’”involontarietà”: si dice infatti “devi metterci la volontà per guarire” piuttosto che “puoi imparare a lasciarti andare alla saggezza del corpo”. Effetto del gratuito ipercontrollo maschilista sul privato!

Una seconda riflessione riguarda il fatto che il Sistema Involontario riceve un “imprinting” nella relazione madre-bambino (propria del concepimento, della gravidanza, del parto e dei primi quindici mesi di vita e di tutti i fenomeni non-verbali della quotidianità), mentre il Sistema Volontario, pur essendo già attivo nell’embrione e nel feto, diventa sempre più pregnante solo nell’addestramento alla vita.

Una terza riflessione è un corollario della seconda riflessione: nella somatizzazione dello stress ci può essere un investimento del Sistema Nervoso Volontario ed allora il “blocco” muscolare si esprimerà nella “corazza”, descritta da Wilhelm Reich ed Alexander Lowen, e nella desensibilizzazione degli organi di senso; nella somatizzazione dello stress ci può essere un “blocco” del Sistema Nervoso Involontario ed allora questo coinvolgerà, anzi tutto, i muscoli lisci “involontari”, ma anche il Sistema Neuro-Endocrino ed il Sistema Neuro-Immunitario. In questo modo è possibile comprendere la distinzione (anche se questa distinzione è più teorica che pratica) tra disagio “psichico” e disagio “psicosomatico” (quest’ultimo riguarda le malattie abitualmente ritenute di competenza medica, come ipertensione, allergie, cancro etc).

Ci sono altre implicazioni, ma mi fermo qui e torno al Sistema Nervoso Autonomo, che è tradizionalmente distinto in Sistema Simpatico e Sistema Parasimpatico, cui è stato poi aggiunto, descrittivamente, un Sistema Enterico. Il Sistema Simpatico origina dal midollo spinale a livello delle zone toraciche e lombari. I corpi dei neuroni del Sistema Parasimpatico si trovano invece nella regione sacrale del midollo spinale e nel tronco encefalico, che è la parte più bassa dell’encefalo. Il Sistema Enterico è invece formato dall’insieme delle fibre nervose che innervano i visceri.

In linea generale, il Sistema Simpatico e il Sistema Parasimpatico esercitano sui loro bersagli un effetto opposto: ad esempio, la dilatazione delle pupille è mediata dal Sistema Simpatico al fine di favorire la visione notturna, mentre la costrizione delle pupille è mediata dal Sistema Parasimpatico e serve a limitare l’eccesso di stimoli luminosi e a favorire la visione da vicino.

Per Porges, mentre i rettili presentano comportamenti solitari e sono incapaci di amorevole sostegno, i loro discendenti dal punto di vista evolutivo – i mammiferi – presentano un’ampia gamma di comportamenti sociali, tra cui la cura della prole e la cooperazione. Sia i rettili che i mammiferi hanno due sistemi di difesa: quello dell’attacco-fuga (mediato dal Sistema Simpatico) e quello dell’immobilizzazione (mediato dal “vecchio” parasimpatico con un suo specifico nucleo situato nel tronco cerebrale, detto “dorso-vagale”); l’immobilizzazione si attiva, ad esempio, quando un topo non ha più speranza di sfuggire al gatto, per cui entra in una condizione di quasi-morte con lo scopo di rallentare il metabolismo e di recuperare energie per tentare un ultimo attacco-fuga (nella condizione di quasi-morte del topo il gatto tende a perdere interesse per il topo e ciò aiuta la strategia del topo). Nei mammiferi si aggiunge una seconda via vagale con un proprio nucleo vagale situato nel tronco encefalico e diverso da quello del “vecchio” vago (per cui Porges parla di “teoria polivagale”); questo nucleo, detto “ventro-vagale”, modula la muscolatura striata di volto e testa al fine di formare un sistema di coinvolgimento sociale integrato.

Nell’uomo il Sistema dorso-vagale si attiva quando “mi sento indesiderato” (come quando gli amici fanno dei programmi senza includermi o quando i colleghi chiacchierano tra loro senza notare la mia presenza), il Sistema simpatico si attiva quando “mi sento mancato di rispetto” (come quando il mio amico si gira dall’altra parte durante una conversazione con me o quando il mio partner mi interrompe), il Sistema ventro-vagale si attiva quando “mi va di sentirmi visto” (come quando il commesso del negozio mi guarda e sorride o quando il collega mi chiede come stia andando la mia giornata).

Rifletto. Questi Sistemi possono essere volontariamente attivati? La mia risposta è “sì”: posso attivare, ad esempio, il Sistema dorso-vagale quando mi va di tirare dritto comunicando a chi o a cosa non voglio vedere che non lo/la vedo oppure posso io sorridere al commesso facilitando la sua risposta ventro-vagale! C’è dunque un altro fattore: la relazione è, anzi tutto, una relazione con me stesso! Per concentrarmi io devo usare la via del serpente che è in me per dire di no a quello che in questo momento non mi interessa, in modo che io possa dire di sì a ciò che mi interessa usando la via sociale. Una via, dunque, non esclude l’altra ed uccidere il serpente che è in me equivale ad uccidere me stesso!

La visione di Porges, dunque, apre molte vie di riflessione, perché ribalta il rapporto d’importanza tra Sistema Somatico e Sistema Autonomo, tra Verbale e Non-Verbale, tra quello che è successo dopo l’anno di vita (e continua a succedere) e quello che è successo da quando siamo stati concepiti in poi.