Viaggiatori e pittori inglesi all’isola d’Elba
di - martedì 29 novembre 2022 ore 09:00
Nella seconda metà del Settecento due distinti personaggi inglesi affrontano una traversata di mare per raggiungere l’Elba. Sono i Cozens, padre e figlio. Alexander Cozens, padre, è figlio naturale di Pietro il Grande, lo czar di tutte le Russie, nato da una relazione con Mary Davemport moglie di Richard Cozens, costruttore navale invitato alla corte imperiale di San Pietroburgo per l’allestimento della flotta militare e commerciale imperiale russa.
Cozens, promotore di esposizioni pubbliche di opere di artisti, realizzate nelle sale della Royal Society of Arts, è l’anticipatore del metodo detto ‘a macchia’; pubblica diversi trattati sulla creazione del paesaggio, sulla ‘pura inventiva’ dell’autore e sulle differenti specie di composizioni pittoriche di genere naturalistico. Teorie e idee per le quali non pochi contemporanei lo criticano duramente e perfino lo ridicolizzano; mentre grandi artisti come John Constable e William Turner traggono grande ispirazione da quelle lezioni. Alexander soggiorna all’Elba diverse settimane, e dipinge con acquerelli o col metodo dell’uso monocromatico, a color seppia, spesso rappresentando paesaggi di luoghi impervi e disagevoli. Nella sua raccolta di acquerelli presso il British Museum vi sono bellissime rappresentazioni del golfo di Longone, della Casa del duca e del golfo di Lacona, visto da Colle Reciso.
Ancora più importante del padre è l’opera pittorica del figlio John Robert che è definito uno dei più grandi geni pittorici che si siano dedicati al paesaggio e, più chiaramente di qualsiasi altro contemporaneo, grande anticipatore del movimento romantico. Lo stesso Turner scrive che aveva imparato più da un quadro di John Robert che da qualsiasi altra opera. Egli viene all’Elba alla fine del secolo e dipinge una bellissima scena dei monti elbani, in cui sono riconoscibili le vette del Monserrato e l’omonimo oratorio. John Robert Cozens muore povero, giovane e malato di mente, ma le sue opere rappresentano la perfetta comunione artistica fra la sensibilità dell’autore, il proprio sentire e vedere con la Natura nelle sue forme e nei suoi colori, trasposti in quella tecnica leggera, rapida, duttile e difficilissima che è l’acquerello.
Altro personaggio singolare e molto interessante è l’inglese Sir Richard Colt Hoare che giunge all’Elba, dopo una breve visita ai luoghi etruschi della Toscana, Volterra e Populonia. Sbarcato a Rio Marina, con una lettera di presentazione per la famiglia Pellegrini, che ha preparato la sua sistemazione, si trattiene all’isola per circa dieci giorni, lasciando testimonianza scritta e dipinta delle sue escursioni. Il giovane baronetto, figlio e nipote di una delle famiglie più ricche e più in vista di Londra, è al suo secondo ‘tour’ in Europa meridionale e questa volta egli viaggia senza una guida poiché ha ormai imparato sufficientemente bene la nostra lingua tanto da potersi muovere in autonomia. Riceve un’ottima impressione di ‘Portoferrajo’ per la stupenda posizione, la pulizia del porto e delle strade. Ciò che lo impressiona ancora di più è la vegetazione lussureggiante: “The mountains around with such a variety of odoriferous plants, many of which are preserved with care in our English conservatories, that during the greater part of my ride, I almost fancied myself in a flower garden”. Al suo ritorno in Inghilterra, nel 1791, fino alla fine del secolo egli porta alla piantagione creata dal nonno, circa novantamila alberi di straordinaria varietà, creando così uno degli alboreti più importanti d’Europa. Spirito romantico e quindi contemporaneamente grande amante delle antichità e della natura, disegna otto stampe: la Torre del Giove, il Poggio, le Grotte, le Miniere di Rio, attorno a quest’ultima nota che circa 220 fra uomini e ragazzi con decine di asini, lavorano all’estrazione del minerale, che poi viene caricato grezzo a spalla, per mezzo di grandi ceste, (coffe) su bastimenti a vela alla volta delle fonderie di Follonica e di Cornia, appartenenti al principe di Piombino. Visita e illustra inoltre le Saline di Portoferraio, le cave di granito di Seccheto, ritorna sui luoghi visitati, soprattutto presso le miniere dove è incuriosito dai metodi di lavoro estrattivo e dove mette per scritto delle riflessioni che sono una forma di anticipazione letteraria di quello che in Inghilterra diventerà il ‘welfare state’, esprimendo e anticipando riflessioni protosocialiste attorno al modo di vivere e al lavoro delle classi ‘povere’. A Rio egli nota che la popolazione è esente dal pagamento delle tasse e ha l’assistenza medica gratuita. Finisce col descrivere tutte le cose viste, sia in forma letteraria sia pittorica e pubblica un volume dal titolo: “A Tour Through the Island of Elba”.