L'eleganza è un'onda lunga
di - domenica 03 marzo 2024 ore 00:05
Se c'è un Paese che, negli ultimi dieci anni, ha fatto tendenza nel mondo, è la Corea del sud.
Cinema, serie tv, pop music: grazie alle piattaforme web, l'industria dell'intrattenimento sudcoreana - un tempo di nicchia - è diventata la Korean Wave, ovvero un fenomeno culturale di massa e di dimensioni globali che presto ha contaminato anche il settore della cosmesi e la moda.
Passeggiando per le grandi città si incontrano giovani vistosamente attenti alla scelta di indumenti e accessori (anzi dell'oufit, come dice la mia nipote adolescente). E che, di conseguenza, quando partono, difficilmente viaggiano leggeri.
La quasi totalitá di questi ragazzi predilige capi moderni dalle linee essenziali. Ho quindi trovato sorprendente che, in contemporanea, coltivino con passione un'usanza che ho scoperto l'estate scorsa.
Una delle prime tappe di chi visita Seul sono i cinque palazzi reali della dinastia Joseon. E proprio fra i padiglioni della residenza di Changdeokgung ho notato per la prima volta una fanciulla con addosso un delizioso costume d'epoca color prugna e in mano un parasole in tinta (anzi, in palette, come dice l'amica armocromista della suddetta nipote).
"Ma quella chi ce l'ha messa? La Pro Loco per ricreare l'atmosfera?" è stato il commento di mio marito. Poco dopo, lungo in viale, ecco altre quattro ragazze agghindate con corpetti e gonne lunghe a tulipano.
"Ma che carine..." ho pensato mentre le fotografavo.
Ho capito però che mi stava sfuggendo qualcosa solo dopo essere entrata nel primo cortile della reggia successiva, Gyeongbok-gung: ovunque c'erano persone che sfoggiavano vestiti tradizionali, uomini e donne, giovani e bambini. Tutti impegnati a scattarsi foto e selfie. Tutti molto eleganti. Soprattutto in confronto a noi turisti occidentali, inguardabili in bermuda e maglietta.
A quel punto ho fatto una breve indagine e ho scoperto l'arcano: nei giorni delle feste nazionali, i sudcoreani vanno a visitare i monumenti delle loro città. E lo fanno indossando tenute d'epoca, in segno di rispetto per la gloria degli avi.
La consuetudine è così apprezzata e condivisa anche dalle giovani generazioni che non solo ci sono negozi che vendono modelli ispirati alla foggia antica ma, davanti ai siti storici più importanti, ce ne sono altri - frequentatissimi - dove si può noleggiare il vestiario e tutto l'occorrente per il trucco e il parrucco.
Cultura, socialità e divertimento in un colpo solo: sarebbe fattibile una genialata del genere anche in Italia? Qualche dubbio ce l'ho: riuscite a immaginare i nostri diciottenni che si mettono in fila per visitare Palazzo Vecchio conciati con le calzamaglie da paggio o le tunicone di velluto arabescato? Penso di no e comunque mi sa che l'effetto carnevale prevarrebbe sullo stile. O forse no.
E' invece una certezza che ai giovani sudcoreani i costumi tradizionali donano moltissimo. Non c'è niente da fare: l'eleganza è un'onda lunga che non si infrange mai, quando ce l'hai nel patrimonio genetico.
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