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Cronaca giovedì 03 agosto 2017 ore 08:34

Bomba di Capodanno, cinque anarchici in manette

Arrestati gli autori dell'attentato alla libreria di Casapound che sfregiò l'artificiere Mario Vece. Presi anche gli autori delle molotov a Rovezzano



FIRENZE — L'operazione è scattata alle prime luci dell'alba e ha visto lavorare fianco a fianco polizia e carabinieri che in questi mesi hanno portato avanti serrate indagini per risalire agli autori dell'attentato alla libreria 'Il Bargello' legata agli ambienti di Casapound che lo scorso 1 gennaio fu oggetto dell'attentato. L'ordigno, piazzato nella serranda del negozio, esplose in faccia all'artificiere Mario Vece, che in seguito all'esplosione ha perso una mano e l'occhio destro. 

Otto in tutto gli arrestati. Sono tutti militanti delle conmpagini anarco-insurrezionaliste di varie realtà attive in Italia. Le manette sono scattate per l'alto rischio di fuga. A emettere il provvedimento che ha portato agli arresti è stata la Procura della Repubblica di Firenze che sta coordinando l'indagine, avviata subito dopo l'attentato dalla Digos di Firenze e dal Servizio Centrale Antiterrorismo. 

I pedinamenti, le intercettazioni e l'esame tecnico e biologico delle tracce raccolte sul luogo dell'attentato hanno stretto il cerchio attorno a cinque persone fermate per l'attentato di Capodanno e hanno permesso anche di risalire all'identità di altri tre soggetti ritenuti responsabili dell'attentato del 21 aprile 2016 alla stazione dei carabinieri di Rovezzano. In quel caso furono lanciate tre bottiglie incendiarie

Nello specifico, per l’attentato a CasaPound sono stati  ipotizzati i reati di costruzione detenzione e porto in luogo pubblico di un ordigno esplosivo micidiale, tentato omicidio e danneggiamento aggravato. Per quello alla Caserma di Rovezzano, il reato ipotizzato è quello di porto in luogo pubblico di ordigni esplosivi e danneggiamento aggravato. 

L’operazione si è svolta tra Firenze, Pontassieve, Roma e Lecce e ha portato anche al sequestro preventivo della sede anarchica de “La Riottosa” al Galluzzo, alle porte di Firenze.  Qui, in un immobile occupato dal 2007, il gruppo, anche dopo lo sgombero e sequestro della sede di Villa Panico, aveva proseguito le sue attività e riunioni oggetto della presente indagine.


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