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Attualità domenica 06 dicembre 2015 ore 09:15
Web news e social, il boom dei nuovi media
Secondo i dati del 49esimo rapporto Censis, sempre meno lettori scelgono la carta stampata, come i giornali. Preferiscono i quotidiani online
FIRENZE — Per il 33,6 per cento degli italiani è infatti aumentata la credibilità dei social network, per il 31,5 per cento quella delle tv all news, per il 22,2 per cento e per il 22 per cento rispettivamente quella dei giornali online e degli altri siti web di informazione.
E' quanto emerge dall'ultimo rapporto sulla situazione sociale del Paese del Censis.
Ma su cosa si fonda la credibilità di un mezzo di informazione? Per gli italiani la credibilità si basa prima di tutto sul linguaggio chiaro e comprensibile, apprezzato dal 43,8 per cento della popolazione. Seguono l'indipendenza dal potere con il 36,1 per cento e la professionalità della redazione (32,8 per cento).
Ma anche l'aderenza oggettiva ai fatti (31,7 per cento) e la rapidità di aggiornamento delle notizie (31,1 per cento).
Sono calati invece dell'1,6 per cento i lettori dei quotidiani, dell'11,4 percento quelli della free press, tengono settimanali e mensili, continua ad erodersi (-0,7 per cento) la lettura dei libri e gli italiani che hanno letto almeno un libro nell'ultimo anno sono solo il 51,4 per cento del totale.
Su quest'ultimo fronte è ancora basso l'apporto dei nuovi stili di consumo: gli e-book contano su una utenza limitata all'8,9 per cento, per quanto in crescita del 3,7 per cento. Incremento meno netto per i quotidiani online, con un +2,6 per cento, mentre gli altri portali web di informazione incassano un +4,9 per cento.
Aumenta ancora la presenza degli italiani sui social network, con Facebook frequentato dal 50,3 per cento dell’intera popolazione e addirittura dal 77,4 per cento dei giovani under 30 contro appena il 14,3 per cento degli over 65, mentre Youtube raggiunge il 42 per cento di utenti e il 10,1 per cento degli italiani usa Twitter.
L'aumento dell'utilizzo dei nuovi media è anche dovuto al fatto che sempre più persone sono connesse alla rete grazie a smartphone e tablet: gli smartphone forti di una crescita a doppia cifra (+12,9 per cento) che li porta oggi a essere impiegati regolarmente da oltre la metà degli italiani (il 52,8 per cento), e i tablet praticamente raddoppiano la loro diffusione e diventano di uso comune per il 26,6 per cento degli italiani, praticamente uno su quattro.
Stando a quanto spiega la ricerca, nel 2015 la televisione ha una quota di telespettatori del 96,7 per cento. Ma aumenta l’abitudine a usare i nuovi device: +1,6 per cento di utenza rispetto al 2013 per la web tv, +4,8 per cento per la mobile tv, mentre le tv satellitari si attestano a una utenza complessiva del 42,4 per cento e il 10 per cento degli italiani usa la smart tv.
Secondo il Censis, continua a non andar bene il settore delle televisioni locali per tre motivi: grave flessione dei ricavi pubblicitari, consistente riduzione dei contributi pubblici, rilevante calo degli ascolti.
I ricavi complessivi, dopo essere cresciuti in modo costante nella precedente fase espansiva, hanno subito un crollo, passando dai 223 milioni di euro del 1996 ai 335 milioni del 2000, fino a salire ai 647 milioni del 2006, per poi cominciare a calare significativamente, fino ai 409 milioni del 2013.
Il calo della raccolta pubblicitaria ha inciso profondamente sulle perdite totali, rappresentando più del 70 per cento delle risorse totali. I contributi pubblici, che hanno raggiunto i 161,8 milioni di euro nel 2008, si sono poi progressivamente ridotti, attestandosi per l’anno 2013 su una cifra pari a 56,9 milioni di euro.
Non mancano preoccupazioni sul fronte dell’occupazione. Il numero dei dipendenti si era mantenuto sostanzialmente stabile nel periodo 2009-2011, ma nel 2013 si è ridotto del 14,3 per cento: 630 unità in meno.
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