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Attualità lunedì 27 marzo 2017 ore 12:38

Le fondazioni liriche in coro contro i tagli

Servizio di Dario Pagli

Il lungo serpentone dei 14 enti lirici italiani ha invaso il centro del capoluogo toscano sulle note dell'Inno di Mameli e del 'Va, pensiero'



FIRENZE — Erano in tanti e hanno anche cantato la loro protesta i manifestanti che stamattina hanno aderito alla protesta e allo sciopero nazionali annunciati da SlcCgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Fials Cisal. Dai lavoratori della Fenice di Venezia a quelli del San Carlo di Napoli fino a quelli del Comunale di Bologna, guidati dai padroni di casa, i colleghi del Maggio Musicale Fiorentino, alle prese con il problema del debito e del complesso rilancio passato ora in mano al nuovo sovrintendente Cristiano Chiarot. Una manifestazione iniziata in piazza San Firenze sulle note dell'Inno di Mameli e proseguita con il 'Va, pensiero' e il 'Nessun dorma'.

Tutti in marcia per protestare contro licenziamenti, esternalizzazioni e tagli che, hanno detto i manifestanti, mettono a rischio la tenuta delle fondazioni liriche e il futuro dei tanti giovani che studiano per lavorare nel settore. 

“I lavoratori delle 14 fondazioni lirico sinfoniche italiane manifestano a Firenze per evitare che, a breve, la grande tradizione lirica italiana muoia, a causa della superficialità e disattenzione di chi dovrebbe avere il compito di tutelarla - spiegano i rappresentanti delle sigle sindacali -  la selezione contabile è stato l’unico obiettivo delle iniziative politiche degli ultimi anni, dal decreto Asciutti fino alla legge 160/2016, un trend che sembra confermato nel disegno di legge sullo spettacolo dal vivo attualmente al vaglio del Parlamento. Tutti gli emendamenti presentati atti a modificare l'articolo 24 della legge 160 del 2016 non sono infatti stati accolti, e la conseguenza sarà che molte delle FLS che hanno aderito alla Legge Bray non arriveranno al 2018".

In sostanza, aggiungono, "a politica ragionieristica di questi anni, gestita a colpi di decreto, ha operato esclusivamente su licenziamenti, esternalizzazioni e precarizzazione dei rapporti di lavoro, determinando non solo la chiusura di interi settori produttivi, corpi di ballo, laboratori di scenografia ma anche un’arbitraria rivisitazione di quanto richiesto dalle partiture dei compositori. I sindacati chiedono da tempo che si apra una discussione di prospettiva per la Lirica italiana e la mobilitazione continuerà fino a quando non sarà attivata un’interlocuzione adeguata alla gravità della situazione. In gioco non c’è solo la sorte di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie, ma un indotto economico in termini di prestigio e di capitale intellettuale di valore inestimabile”.

Sui cartelli innalzati in aria dai manifestanti campeggiavano scritte come "Salviamo le fondazioni lirico-sinfoniche, patrimonio culturale della nazione", in mezzo alle bandiere. Il corteo è partito da piazza San Firenze per poi dirigersi sul lungarno Acciaoli e poi svoltare in Por Santa Maria, piazza della Repubblica, girare intorno al Duomo, con passaggio davanti alla sede della presidenza della Regione Toscana. Ultima tappa, la prefettura. 


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