Lavoro lunedì 24 gennaio 2022 ore 13:30
Bnl, sciopero e sit-in contro il piano industriale
Sciopero e presidio contro l’esternalizzazione di 900 addetti, tra cui 30 fiorentini, e contro la chiusura di 135 agenzie, di cui 3 in Toscana
FIRENZE — I lavoratori della Bnl hanno scioperato per la seconda volta in meno di un mese e hanno fatto stamani un presidio di protesta a Firenze davanti alla sede centrale della Bnl. L’agitazione è stata proclamata a livello nazionale da Fisac Cgil, First Cisl, Uilca Uil, Fabi e Unisin. Il primo sciopero il 27 Dicembre scorso.
“Chiediamo di ripensare il nuovo piano industriale che prevede l’esternalizzazione di circa 900 lavoratori, di cui una trentina sulla piazza di Firenze, la chiusura di 135 agenzie di cui 3 in Toscana (in particolare rimane senza agenzia Bnl il comune di Massa), zero assunzioni nella rete di agenzie per i prossimi tre anni e la contemporanea immissione nelle stesse di lavoratori a partita iva - spiega Laura Marchini, segreteria coordinamento Fisac Cgil Bnl -. Un vero e proprio piano di precarizzazione del lavoro attraverso la cessione di circa il 10% della forza lavoro ad aziende neo costituite che non danno nessuna garanzia occupazionale e la progressiva sostituzione del personale della rete con consulenti a partita iva”.
Nei prossimi giorni si aprirà il confronto nell’ambito della procedura di cessione di parte del back office che interessa quasi 600 lavoratori “Questo appuntamento - ha detto Marchini - sarà l’ultima occasione per sanare le storture di questo scellerato piano di riorganizzazione che mette da parte i bisogni dei lavoratori, dei territori e della clientela con l’unico obiettivo di remunerare maggiormente il capitale. Auspichiamo che l’azienda sia disposta a trovare una mediazione per una soluzione complessiva o la nostra lotta continuerà”.
“Un nuovo successo di partecipazione da parte della collettività aziendale della Bnl, dopo quello del 27 dicembre scorso” così ha commentato lo sciopero Chiara Canton, Segretaria Nazionale della Fisac-Cgil. “I lavoratori hanno aderito con convinzione, disertando i luoghi di lavoro: uffici deserti e filiali chiuse sono un dato inconfutabile che nemmeno gli artifici della Bnl potranno mettere in discussione. Anche i vari presidi in tutta Italia sono stati partecipati: da Roma a Firenze, da Milano a Napoli, rappresentanti sindacali e lavoratori hanno manifestato numerosi contro i piani di questo management. Cedere 900 lavoratori e intere attività nell’ambito del core banking e del back office è una operazione di corto respiro di cui la Bnl, guardando ai risultati economici, non ha bisogno se non per incrementare gli utili sulle spalle di chi, col proprio lavoro, ha contribuito al successo della banca. Chiudere un terzo delle filiali e investire centinaia di milioni per rifare il look, per l’ennesima volta, a quelle che restano, denotano un disinteresse per i reali interessi della clientela, oltre che per il destino e le condizioni lavorative del personale. La vertenza continua, ci presenteremo alla nuova procedura per la cessione dei rami del back office forti dell’appoggio compatto delle lavoratrici e dei lavoratori e determinati ad obbligare l’azienda a rivedere i propri piani e ad individuare con i Sindacati delle soluzioni condivise a tutte le questioni aperte” ha concluso la segretaria nazionale.
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