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Attualità lunedì 23 ottobre 2023 ore 09:30

Sulle tavole boom della pasta, ma solo se locale

La regina dei menù nostrani spopola e i consumatori privilegiano le produzioni nazionali, un mercato che è cresciuto del 23% in sei mesi



ITALIA — E’ vera e propria corsa alla pasta Made in Italy che utilizza, quindi, solo grano nazionale con gli acquisti che sono cresciuti in valore del 13% nel primo semestre del 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, trainata dalla tendenza dei consumatori a cercare prodotti di origine nazionale per sostenere l’economia ed il lavoro sul territorio nazionale, in un momento di difficoltà. E’ quanto emerge da un’analisi Coldiretti su dati Ismea diffusa per il World Pasta Day (Giornata Mondiale della Pasta) che si celebra 25 Ottobre in tutto il mondo.

Gli acquisti di pasta con 100% grano italiano sono cresciuti in modo vorticoso ed il risultato è che oggi 4 pacchi di pasta su 10 (40%) venduti in Italia utilizzano esclusivamente grano duro coltivato sul territorio nazionale. Una produzione che coinvolge, in parte, anche la Toscana. Inoltre è un record storico a distanza di poco più di 10 anni dell’arrivo sugli scaffali della prima pasta tutta italiana.

Una vera e propria svolta patriottica favorita dall’obbligo dell’etichettatura di origine del grano impiegato fortemente voluta dalla Coldiretti che ha spinto tutte le principali industrie agroalimentari a promuovere delle linee produttive con l’utilizzo di cereale interamente prodotto sul territorio nazionale, anche se molto resta da fare. Infatti, nei primi sette mesi del 2023 sono aumentate anche del 530% le importazioni di grano dal Canada dove viene utilizzato glifosato in preraccolta con modalità vietate in Italia, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat.

A frenare la crescita della coltivazione in Italia sono i bassi compensi riconosciuti agli agricoltori che sono scesi del 25% % rispetto allo scorso anno su un valore di appena 35 centesimi al chilo in netta controtendenza – denuncia la Coldiretti – rispetto all’aumento dei prezzi di vendita della pasta in crescita al dettaglio del 13 % nei primi nove mesi del 2023. In pericolo c’è il futuro di circa duecentomila aziende agricole, tra queste anche Toscane, impegnate a coltivare il grano in Italia che è prima in Europa e seconda nel mondo nella produzione di grano duro destinato alla pasta con una stima di una produzione attorno ai 3,8 miliardi di chili su 1,3 milioni di ettari che rischiano di essere abbandonati con effetti economici, ambientali e sociali.


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