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Gen Z e bici: abitudine diffusa, ma servono più piste ciclabili

MILANO (ITALPRESS) – In Europa, i giovani considerano la bicicletta parte del loro stile di vita, con il 75% dei partecipanti (il 77% in Italia) al sondaggio che afferma di usarla abitualmente per muoversi e il 58% di usarla almeno una volta a settimana (il 58% nel nostro paese). Montare in sella è un’abitudine settimanale […]



MILANO (ITALPRESS) – In Europa, i giovani considerano la bicicletta parte del loro stile di vita, con il 75% dei partecipanti (il 77% in Italia) al sondaggio che afferma di usarla abitualmente per muoversi e il 58% di usarla almeno una volta a settimana (il 58% nel nostro paese). Montare in sella è un’abitudine settimanale in Germania (66%) e Polonia (62%), mentre la Francia è in coda a questa classifica (52%). In Italia, il 54% degli intervistati usa la bici almeno una volta alla settimana. I giovani lavoratori sono i ciclisti più regolari (66%), a differenza degli studenti (39%). Sono questi i risultati del sondaggio Decathlon che svela come la Gen Z si muove in città e quali barriere incontra.Il Sondaggio Europeo sulla Mobilità Urbana ha coinvolto più di 4.000 persone di età compresa tra 18 e 28 anni in sei paesi europei (Francia, Regno Unito, Germania, Italia, Polonia e Spagna). I risultati delineano un quadro promettente di una Gen Z già in sella e con la voglia di andare più lontano, se le città e le comunità danno il loro piccolo contributo.I principali motivi che spingono a usare la bici sono chiari. I giovani europei vogliono: Rimanere in forma e in salute (79%);gustarsi la libertà e il piacere che la bici offre (68%); risparmiare tempo ed evitare il traffico (68%); risparmiare denaro rispetto ad altre opzioni di trasporto (67%).I giovani in Italia scelgono la bicicletta prevalentemente per restare in forma e in salute (77%), risparmiare tempo nel traffico (73%), per il senso di libertà dato dall’uso della bici(70%), ma anche per ridurre l’impronta carbonica (69%) e risparmiare denaro (68%).A ogni modo, la bicicletta rimane un mezzo preferito per il tempo libero (60%) e lo sport (45%), ma non per andare a scuola, al lavoro o sbrigare commissioni; e ciò mostra che ilpassaggio a una piena mobilità ciclistica ha ancora bisogno di supporto. Solo il 16% dei giovani europei prende la bici tutti i giorni. Quando, invece, si parla di come i giovani europei usano la bici, le differenze culturali si fanno sentire. In Francia e Germania, pedalare è strettamente considerato uno sport o unmezzo per allenarsi. In Italia e Polonia, è più comunemente associato allo svago e al tempo libero, un modo per rilassarsi, stare all’aperto o girare in lungo e in largo la città con piùcalma.Il 50% dei partecipanti al sondaggio descrive la loro città vivibile in bicicletta, con le aree urbane in testa alla classifica. Ma nonostante il senso di sicurezza generale (87%), le preoccupazioni rimangono, con il 61% dei giovani che afferma di non sentirsi completamente sicuro in bici.Polonia e Spagna registrano una percezione della sicurezza maggiore, mentre in Francia e Italia, una persona su cinque non si sente al sicuro in sella. Per i ciclisti italiani le cause diquesta insicurezza si trovano nel comportamento rischioso di automobilisti o altri utenti della strada (64%), nella mancanza di piste ciclabili dedicate (63%) e nel traffico eccessivo(42%). I giovani ciclisti europei cercano soluzioni pratiche e hanno indicato delle misure concrete per sentirsi più motivati a usare la bici: Più piste ciclabili protette e separate (54%) – percentuale che sale al 63% nel nostro paese; Parcheggi sicuri per bici (43%) – 43% in Italia; Segnaletica e mappe migliori per le biciclette (36%) – 37% in Italia.Queste richieste provengono da tutte le città, grandi o piccole, di tutti i paesi coinvolti, a dimostrazione del forte consenso riguardo a quel che serve per eliminare le barriere enormalizzare la mobilità ciclistica.– foto col/Italpress –(ITALPRESS).

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