Politica sabato 28 marzo 2015 ore 15:26
L'ultimo affondo della Marson
Dopo l'ok al piano del paesaggio, l'assessore è intervenuta in consiglio parlando di "imboscate e tradimenti". Parrini (Pd): "Stupidità politica"
FIRENZE — Se voleva togliersi un sassolino dalle scarpe dopo mesi di polemiche, contestazioni e rinvii, c'è sicuramente riuscita l'assessore regionale all'urbanistica Anna Marson. E l'ha fatto nella maniera più irrituale nel luogo più istituzionale per un assessore, il consiglio regionale. Lasciando esterreffatti i suoi interlocutori.
Ieri sera, al termine della votazione sul piano del paesaggio, uno dei provvedimenti più dibattuti e contestati nell'ultimo anno di mandato, forse il più sofferto, l'assessore ha chiesto e ottenuto la parola. E quel che ha detto ha fatto saltare sulla sedia sia il governatore Rossi che gli altri membri dell'assemblea.
"Le prove che questo piano ha dovuto sopportare non sono state facili anche se la portata storica dell'evento è incommensurabile - ha esordito Anna Marson - Questo piano pone le basi per un diverso sviluppo più adatto all'oggi e non basato sulla distruzione del patrimonio ambientale ma sul suo sviluppo futuro".
Poi, a sorpresa, è arrivata la citazione delle parole di Piero Calamandrei sulla scelta repubblicana del 1946.
"Anche per questo piano non sono mancati i diversivi per mandare a lungo la partita, i tranelli preordinati finalizzati a far perdere la pazienza al giocatore meno esperto e qualche svista pericolosa, e purtroppo qualche tentativo di barare - ha dichiarato l'assessore - Si è dovuti superare imboscate e tradimenti che l'osservatore più superficiale nemmeno sospetta".
"Rivendico il mio diverso agire politico non guidato a mantenere il posto da assessore o salvaguardare interessi specifici ma dimostrando la straordinaria civiltà impressa nel paesaggio toscano - ha proseguito Marson - Accolgo l'approvazione del piano con sentimento contraddittorio. Da una parte esprimo soddisfazione per il proposito di disegnare la Toscana, dall'altra di rammarico per un percorso costellato da cedimenti, contraddizioni e indebolimenti che hanno lasciato il segno anche nel piano". "Raggiungere questo risultato è stato difficile - ha concluso l'assessore - Spero tuttavia che l'alto livello della mobilitazione, sia regionale che nazionale, serva a mantenere alta l'attenzione sull'interpretazione futura del piano stesso".
Le parole dell'assessore Marson hanno immediatamente scatenato la reazione dei consiglieri dell'opposizione che, arrabbiatissimi, sono usciti dall'aula mentre dalle fila della maggioranza arrivava la replica infuriata del presidente della commissione cultura, Gianluca Parrini del Pd.
"Non ho mai visto una cosa così irrituale in tanti anni di politica - ha detto Parrini rivolgendosi direttamente all'assessore - Con questo intervento lei ha fatto un capolavoro di stupidità politica, perché ha banalizzato un risultato ottenuto oggi dalla maggioranza. Se ci fosse un nobel per la stupidità politica lei lo avrebbe vinto. Il suo intervento è inaccettabile per forma e sostanza e intollerabile per la supponenza rispetto al Consiglio regionale".
Anche il presidente del consiglio Alberto Monaci, che non era presente in aula al momento della dichiarazione della Marson, ha fatto riferimento all'episodio nel discorso con cui ha concluso il mandato del consiglio regionale, oggi riunito per l'ultima volta prima delle elezioni del 31 maggio.
"Il consiglio regionale non è mai stato corollario di scelte o decisioni altrui - ha dichiarato Monaci - Per questo, se ieri fossi stato presente, non avrei dato la parola all'assessore Marson dopo l'approvazione del piano del paesaggio. Ha parlato anche per me il consigliere Parrini che ha criticato l'intervento dell'assessore perchè vanno ribaditi i ruoli di ognuna delle funzioni regionali. Se poi i consigli regionali debbano essere aboliti o meno lo deciderà qualcun altro".
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