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GIALLO Mazzola giovedì 24 novembre 2022 ore 07:00

​Un giallo da premio

Appena pubblicata la cinquina dei romanzi italiani finalisti del Premio Giorgio Scerbanenco 2022, risultata dalla somma dei voti dei lettori sul sito e di quelli della Giuria letteraria



PECCIOLI — La Giuria ha votato con questa composizione: Cecilia Scerbanenco (Presidente), Alessandra Calanchi, Valerio Calzolaio, Luca Crovi, Cecilia Lavopa, Sergio Pent, Sebastiano Triulzi e John Vignola. I cinque libri finalisti di quest’anno sono: Francesco Abate, Il complotto dei calafati (Einaudi), Gian Andrea Cerone, Le notti senza sonno (Guanda), Andrea Fazioli, Le strade oscure (Guanda), Davide Longo, La vita paga il sabato (Einaudi), Enrico Pandiani, Fuoco (Rizzoli). Sabato 3 dicembre i cinque finalisti saranno presentati a Milano in apertura del festival e tra questi la giuria letteraria decreterà il vincitore del Premio Giorgio Scerbanenco 2022, che verrà consegnato in serata.

Lo Scerbanenco, nato nel 1993 in memoria di Giorgio Scerbanenco, è un riconoscimento letterario italiano per il genere giallo intitolato al maestro della narrativa di genere italiana e soprattutto a uno dei padri del giallo in Italia. Esso viene consegnato ai primi di dicembre di ogni anno nell'ambito del Noir in Festival all'autore del miglior romanzo giallo/noir italiano pubblicato nel corso dell'anno precedente e rappresenta il premio di maggior rilievo nazionale nell'ambito di questo genere. Nel corso della sua storia, il Premio Scerbanenco è stato vinto tra gli altri da Tiziano Sclavi, Carlo Lucarelli, Massimo Carlotto e Giancarlo De Cataldo.

Vogliamo parlarvi di Luca D’Andrea, un autore che si è aggiudicato il Premio Scerbanenco nel 2017 con il romanzo Lissy (Einaudi). Il libro ha vinto il Premio Giorgio Scerbanenco 2017 in quanto «originale esempio di noir ambientale in cui la montagna, vera coprotagonista del romanzo, nasconde antiche paure e minacce, esplorando in modo paranoico i segreti più oscuri della provincia italiana».

La storia si svolge nel silenzio degli spazi dolomitici, dove vive il Bau’r Simon Keller, un contadino solitario che conosce i segreti delle erbe e delle montagne. È «boscaiolo, cuoco, falegname, allevatore, medico... perfino prete». Proprio quest'uomo trova, tramortita e ferita, una donna, Marlene e la accoglie nel suo maso. La donna è fuggita dal marito, Robert Wegner, per tutti Herr Wegener: un uomo spietato, “quarantadue anni passati a costruire una carriera fatta di intimidazioni, contrabbando, agguati e omicidi”. Marlene ha abbandonato il boss portandogli via un sacchetto di zaffiri, lasciandolo rabbioso e sgomento. Nel libro compaiono altri due personaggi: l’Uomo di fiducia, un killer spietato, bello come un attore di Hollywood, messo sulle tracce di Marlene dal marito e, soprattutto, Lissy. Si tratta di una gigantesca scrofa del Bau’r, la sua prediletta e a cui dedicherà particolari e inquietanti attenzioni: una creatura arcaica e quasi mitologica, con cui D’Andrea mette a segno un’invenzione assai potente e riuscita, lasciando che il romanzo viri nei toni dell’horror e del visionario.

Dietro i personaggi ci sono storie piene di luci e ombre: nessuno è innocente ma nessuno sembra colpevole senza attenuanti. Poi c’è la montagna, dura, severa. Chiusa in un silenzio innaturale. Altro che luogo idilliaco...

Luca D’Andrea ritenta il successo quest’anno, con l’ultimo suo romanzo “Il girotondo delle iene”. Si parla del 1992, ormai di trent’anni fa. Viene ritrovato il cadavere di Lorena Haller, ventiquattro anni, ventiquattro coltellate – la prostituta che clienti, spacciatori e colleghe chiamavano “la bambina”. Bolzano, la città che si è presa Lorena, l’ha illusa poi l’ha usata e gettata via come immondizia. Nonostante i fascicoli della questura siano pieni di casi di prostituzione, suicidi, violenza, droga e omicidi, tutto continua ad essere irrisolto. Negli anni ’90 Bolzano balza alla cronaca nazionale non per la bellezza della città e per quello che la circonda, ma per una serie di delitti di prostitute. C’è un vero serial killer, un mostro, Marco Bergamo. Il suo primo omicidio risale agli anni ’80 e poco dopo ci sarà l’omicidio di una prostituta di 24 anni, uccisa con 24 coltellate, soprannominata proprio la bambina. Dopo altri omicidi.

“L’assassino se ne va in giro con il sedile del passeggero, il finestrino e il parabrezza sporchi di sangue, alle ventidue di un normale martedì sera e nessuno se ne accorge?”

Il thriller nostrano intitolato Il girotondo delle iene (Feltrinelli, 2022) di Luca D’Andrea fa un excursus temporale che inizia a gennaio 1992 e termina a novembre 1995 ed è la ricostruzione, in parte di fantasia, di quanto realmente accaduto a Bolzano secondo una doppia visione: quella del giovane commissario Luther Krupp e quella del giovanissimo reporter de “La voce delle Alpi”, Alex Milla, due persone diverse che si ritrovano ad investigare sugli omicidi delle prostitute.

Lorena è stata uccisa da un uomo brutale e privo di scrupoli che soltanto Luther Krupp, il giovane commissario così ligio alle regole, ha il coraggio di chiamare fin da subito “serial killer”. E in quegli anni, senza manuali da studiare o unità specializzate a cui affidare l’indagine, arrestare un mostro che uccide per il piacere di uccidere è un caso difficilissimo, proprio come trovare un unicorno in Paradiso...

La storia raccontata non è un rapporto di polizia con elenchi di omicidi, freddi resoconti e meri ritratti di persone, ma un completo giro di giostra a 360°, un girotondo. D’Andrea nel suo racconto mette al primo posto le persone con le loro storie, i loro vissuti. E lo si vede anche quando l’autore scrive che il commissario Krupp usa guardare e analizzare minuziosamente i corpi dei morti, perché convinto che essi raccontino l’assassino.

Uno degli aspetti che colpisce maggiormente è che tutto il racconto lo si può leggere e, contemporaneamente, lo si può anche immaginare proiettato come fosse un film, con ambientazione, scenografia, luoghi e personaggi efficacemente descritti e trasposti sullo schermo. Non stupisce quindi sapere che si stia realizzando una serie TV tratta dallo stesso romanzo.

A cura dello Staff della Biblioteca Fonte Mazzola di Peccioli

CONSIGLI DI LETTURA

Perché proprio il giallo a Fonte Mazzola?

Tutto è iniziato nel 2016 con Parole Guardate, il nostro Festival del giallo. Un progetto di contaminazione tra teatro, letteratura e scrittura, per adulti e bambini.

La particolarità del progetto Parole Guardate è stata quella di incentrare le sue attività e gli eventi sulle opere di un unico scrittore: negli anni sono stati protagonisti grandi e prolifici autori come Maurizio de Giovanni, Romano De Marco, Marilù Oliva, Giampaolo Simi, Piergiorgio Pulixi, penne che hanno riscosso molto successo e affetto da parte del pubblico.

La Biblioteca Comunale e Archivio Fonte Mazzola, con i suoi 400 metri quadri di ampiezza e una collocazione spettacolare sul limitare della campagna pecciolese, è stata inaugurata il 26 gennaio 2019. Qui puoi trovare una sezione dedicata al giallo italiano e straniero (americano, inglese, nord-europeo, francese…) e un patrimonio librario composto da ottomila volumi, la preziosa collezione del prof. Arnaldo Nesti, consistente in altri novemila volumi e la donazione del Prof. De Santi, composta da altri mille libri, rari e di pregio, monografici sul cinema.

Tutti gli spazi sono utilizzabili in assenza dell’operatore bibliotecario ogni giorno dalle h. 8 alle 24 (compresi la Domenica e i giorni festivi), tramite un codice personale di accesso. L’iniziativa, unica sul territorio della Valdera, è il fiore all’occhiello della nostra Biblioteca e permette a numerosi studenti e utenti di frequentare in libertà, ma con assoluto rispetto, le sale a disposizione.

Qui troverai una Biblioteca dei Ragazzi con un’ampia varietà di letture dedicate in una luminosa sala, rivolta verso l’Anfiteatro Fonte Mazzola; lo Speaker’s corner, l’angolino del parlato, la nuovissima attività proposta agli utenti dai 6-14 anni in cui un nostro operatore esperto sarà a disposizione per conversare in lingua inglese. Per la fascia di età 8-12 sarà organizzato un circolo di piccoli lettori, dal titolo Dieci piccoli detective: incontri mensili dedicati alla lettura e dinamiche dei romanzi gialli.

Tante le attività della Biblioteca gli incontri del Circolo dei Lettori, il corso di scrittura dal titolo: Storia a tinte gialle, un rinnovamento del Progetto Parole Guardate che si è incentrato sul giallo storico, in dieci appuntamenti che si terranno in autunno a partire dal 10 novembre. Dei benefits sono dedicati ai nostri studenti e ai nuovi iscritti: ad esempio, chi è in possesso del codice di ingresso della Biblioteca può partecipare a Studiare senza stress, tre incontri dedicati al potenziamento della memoria e il miglioramento dei metodi di studio, tenuti dal docente Stefano Intini.

Per celebrare l’importanza della lettura come conoscenza e crescita personale, stiamo per avviare Contemporaneamente. Leggere per comprendere, un’iniziativa legata alla Libroterapia Umanistica, un metodo che parte dalla lettura, per promuovere il benessere psicologico e la crescita personale di ciascuno. Presso la Biblioteca Comunale di Peccioli i lettori hanno avuto a disposizione dal mese di maggio una scatola dove poter inserire i titoli dei libri che hanno rivestito un particolare ruolo di formazione durante la loro vita. I suggerimenti così raccolti stanno per essere elaborati e restituiti in chiave libroterapica dalla psicologa Rachele Bindi i prossimi incontri.


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