Attualità martedì 09 dicembre 2025 ore 13:45
Un farmaco già noto funziona contro la retinite pigmentosa

Un gruppo di ricerca del Cnr di Pisa ha condotto uno studio sul desametasone per contenere l'infiammazione con risultati incoraggianti
PISA — Un passo in avanti per rallentare la degenerazione dei coni della retina e la perdita della vista indotte dalla retinite pigmentosa. A compierlo è stato l'Istituto di Neuroscienze del Cnr di Pisa, dov'è stato messo a punto un trattamento innovativo protagonista di uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Progress in Retinal and Eye Research.
La retinite pigmentosa è una rara malattia genetica che porta a una perdita progressiva della vista: colpisce inizialmente i bastoncelli, ovvero le cellule della retina che ci permettono di vedere al buio, e successivamente anche i coni, responsabili della visione diurna e dei dettagli. Quando i coni degenerano, la qualità della vita dei pazienti peggiora drasticamente, poiché la lettura, il riconoscimento dei volti e la percezione dei colori vengono meno.
Il gruppo di studiosi, coordinato dalla ricercatrice Enrica Strettoi, ha esplorato una strada semplice ma nuova: riutilizzare farmaci antinfiammatori già noti, come il desametasone, per contrastare i processi di infiammazione che si attivano nella retina danneggiata, contribuendo alla perdita dei fotorecettori. "Negli ultimi anni la ricerca ha fatto ampi progressi nella comprensione delle cause genetiche della malattia e nello sviluppo di terapie geniche - ha spiegato Strettoi - ma a oggi non esiste una cura valida per tutti i pazienti".
Somministrando il desametasone per via intraoculare in modelli preclinici di retinite pigmentosa, è stato osservato che le cellule visive e l’epitelio pigmentato, un tessuto fondamentale per il supporto della retina, si preservano dall’infiammazione. "I risultati positivi ottenuti suggeriscono che i farmaci già approvati e ampiamente utilizzati in oculistica, e di cui il desametasone fa parte, potrebbero rappresentare una nuova opportunità terapeutica indipendentemente dalla mutazione genetica che la causa - ha concluso - una prospettiva che apre la strada a trattamenti immediatamente trasferibili alla clinica, con l’obiettivo di rallentare la perdita visiva e migliorare la qualità di vita dei pazienti".
Se vuoi leggere le notizie principali della Toscana iscriviti alla Newsletter QUInews - ToscanaMedia. Arriva gratis tutti i giorni alle 20:00 direttamente nella tua casella di posta.
Basta cliccare QUI












