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Attualità venerdì 24 dicembre 2021 ore 17:51

Cosa mangiare per le feste? I consigli di Ciro Vestita

Un tour tra vino, lenticchie, panettone e dieta mediterranea: gli aneddoti e le indicazioni del professore che su "Linea Verde" racconta il buon cibo



PISA — Un bicchiere di vino, per fortificare il cuore, e una fetta di panettone, che non fa certo ingrassare. In vista delle feste – e delle abbuffate -, abbiamo chiesto al professor Ciro Vestita, dietologo e fitoterapeuta, laureato all’università di Pisa e famoso anche per le sue rubriche sull’alimentazione a “Linea Verde”, di darci qualche consiglio.

Innanzitutto, cosa mangiamo nei prossimi giorni? “A Natale dobbiamo mangiar bene, scegliamo alimenti ipocalorici, come le lenticchie, un piatto antichissimo – ha detto – pensate che addirittura, nella Bibbia, Esaù, fratello gemello di Giacobbe, per un po’ di lenticchie diede in cambio la sua primogenitura”.

E per scacciare via la paura di prendere qualche chilo di troppo, una soluzione c’è. “Mangiamo prima un po’ di verdura gradevole, come il cuore di finocchio, oppure della frutta, come ad esempio un paio di mele – ha aggiunto il professor Vestita – in “Via col vento”, Rossella O’Hara chiede a Mami come non ingrassare prima di un grande pranzo, e lei le risponde di mangiarsi due mele. Niente di più vero: se abbiamo questo timore, consumiamo un frutto e poi ben venga il cotechino con le lenticchie”.

Il tutto, naturalmente, accompagnato da un po’ di vino. Con moderazione. “In generale, con gli alcolici occorre sempre andare adagio, ma è dimostrato ormai che pochissimo vino rosso può farci solo bene, perché aumenta la frazione buona del colesterolo – ha continuato – del resto, qua in Toscana, abbiamo il vino migliore del mondo. Pensate che un giorno Camillo Benso di Cavour capitò nel Chianti ed ebbe modo di assaggiare questo vino eccezionale. Tornato a Torino chiese ai suoi agronomi di realizzare un vino simile e, così, nacque il Barolo”.

E sul finire, come dolce, non può mancare una fetta di panettone. “Il panettone ha pochissime calorie, una fetta ne ha meno persino di un piatto di pasta – ha spiegato – infatti, è un dolce dalle origini umili, nato nelle cucine di un signore come Ludovico il Moro, ma con pochi ingredienti. Ludovico, infatti, attendeva Carlo VIII di Francia, ma essendo rimasto con poche scorte, chiese al suo cuoco Toni di far qualcosa con ciò che era rimasto in dispensa: farina, burro, canditi. Nacque così il ‘pan di Toni’”.

Infine, un elogio a quella che anche nel suo ultimo libro, “Viva i carboidrati!” (Rizzoli), il professore nomina “dieta salvavita”: quella mediterranea. “Facciamo tanta dieta mediterranea, è una favola ed è anche un patrimonio immateriale dell’Unesco – ha detto - quantità modeste di carne, pasta, riso, verdura, frutta e pesce azzurro. Con la Rai, in questi giorni, siamo stati in Cilento, dove resistono piatti antichissimi che possono farci bene”.

Proprio in Cilento, infatti, ha preso questo nome. “Nel 1942 il generale Eisenhower capì che la guerra contro i tedeschi sarebbe stata durissima. Per questo, chiese ad Ancel Keys di preparare una scatoletta con degli alimenti energetici per i soldati: insaccati, gallette, margarina e un poco di cioccolata. Nacque così la Razione K, ma finita la guerra Keys si accorse che tanti di quei soldati morivano di infarto per il colesterolo troppo alto – ha concluso – inizialmente non capì, ma poi si recò in Cilento e vide come i pescatori, che mangiavano in stile mediterraneo, vivevano fino a tarda età. A quel punto, realizzò che era una dieta speciale: una dieta salvavita, appunto”.

Pietro Mattonai
© Riproduzione riservata


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