Credevo che fosse un ponte e invece...
di - domenica 29 settembre 2024 ore 00:05
Sulla guida turistica di Seoul, la capitale della Corea del Sud, si parlava genericamente di una fontana con imponenti giochi d'acqua ma non c'erano foto. La visita era caldamente consigliata, soprattutto all'ora del tramonto, e così, in un pomeriggio d'Agosto del 2022, mio marito ed io prendemmo la metropolitana per raggiungere il Banpo Hangang Park, lungo le rive del fiume Han.
Il parco è così grande che le fermate della metro che lo attraversano sono due. Non avendo idea di dove si trovasse esattamente la fontana, scendemmo alla seconda e ci avviammo.
Sorvoliamo sul fatto che io sbagliai a impostare il navigatore e che, seguendo le indicazioni per le auto invece di quelle per i pedoni, inflissi al coniuge quaranta minuti di marcia con un caldo infernale solo per raggiungere il lungofiume. Comunque, arrivati lì, decidemmo di risalire il sentiero verso la prima fermata della metro, confidando che, prima o poi, saremmo arrivati alla fontana.
Cammina cammina, un'ora dopo giungemmo in prossimità del Banpodaegyo Bridge, un ponte di acciaio che collega i quartieri di Seocho e Yongsan ed è costruito sopra un altro ponte chiamato Jansu, in grado di elevarsi e galleggiare quando il fiume è in piena. Di fontane e di giochi d'acqua però, nessuna traccia.
Ci sedemmo su una panchina per decidere il da farsi. Fu in quel momento che ci accorgemmo che stavano arrivando sul posto moltissime persone: giovani, anziani, famiglie con bambini. La maggior parte stendeva sul prato plaid e tovaglie e ci appoggiava sopra cestini da picnic, altri si accomodavano su sedie a sdraio portate da casa. Evidentemente, stava per succedere qualcosa. Interdetti, aspettammo.
La sorpresa arrivò alle 19 in punto: all'improvviso centinaia di potentissimi getti d'acqua si sprigionarono lungo tutta la lunghezza del ponte Banpo, dando vita a decine di configurazioni diverse, illuminate da lampi di luce che cambiavano colore al ritmo della musica. Eccola là, la Moonlight Rainbow Fountain.
Quell'incredibile super-fontana è, ad oggi, la più grande del mondo. L'acqua necessaria per alimentarla - 190 tonnellate al minuto - viene pompata direttamente dal fiume e al fiume subito ritorna, in un ciclo continuo. Lo spettacolo si tiene dalla primavera all'autunno, dura una ventina di minuti e si ripete allo scoccare di ogni mezz'ora, dopo una breve pausa, dalle 19 fino alle 22.30.
Noi lo abbiamo guardato seduti sulla nostra panchina, stupefatti, circondati da persone che, in totale relax, facevano i loro picnic con il cibo portato da casa. Non è un dettaglio: in quel punto del parco non ci sono bar o ristoranti con gazebo e dehors e quindi nessuna postazione è privilegiata rispetto alle altre. Ci sono solo prati e panchine accessibili a tutti. Gratis.
Durante la pausa dopo il primo show, corremmo fino al ponte Jensu per rimirare i giochi d'acqua anche da sotto, a distanza ravvicinata, con in mano due birre e un sacchetto di patatine. Un allegrissimo happy hour.
Siamo andati avanti così fino a tarda sera, senza riuscire ad allontanarci dal magnifico ponte-fontana, contenti di condividere quei momenti di spensieratezza con centinaia di abitanti di Seoul e con qualche raro turista.
Tornata in hotel mi sono resa conto che non mi veniva in mente nemmeno una città italiana in grado di offrire ai suoi cittadini un luogo simile. Ovvero bellissimo, attrezzato e di libero accesso, con uno spettacolo che si svolge all'aperto e nelle ore notturne, che piace a grandi e piccini e si replica tutte le sere per sei mesi all'anno. Gratis. Per dire: ve lo immaginate qualcosa del genere nel nostro parco delle Cascine, a Firenze? Purtroppo non ci riuscite, lo so.
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