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Attualità giovedì 02 aprile 2020 ore 13:15
Distretto tessile pratese, il più chiuso per Covid
Solo il 10 per cento delle aziende è rimasto in funzione. Clientela a rischio, incubo pagamenti
PRATO — Lo stop alla produzione che, stando al decreto del presidente del Consiglio dei ministri, si estenderà fino al 13 aprile, sta creando forti timori nell'industria tessile pratese per il rischia di perdere clienti. Ma a questo si somma un'altra preoccupazione, che rischia di concretizzarsi ancora prima: quella dei pagamenti, interni alla filiera pratese e della clientela esterna al distretto.
"Sono
sempre più frequenti i casi di clienti delle imprese del nostro
distretto che chiedono posticipi delle scadenze di pagamento - spiega il
presidente della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord Andrea Cavicchi
-. Siamo consapevoli delle difficoltà che indubbiamente hanno anche i
nostri clienti, ma abbiamo ritenuto necessario appellarci al loro senso
di responsabilità perché onorino gli impegni assunti. Tutti gli anelli
della catena che parte dalla distribuzione devono fare pienamente la
loro parte e utilizzare tutti gli strumenti disponibili per assorbire lo
shock di questa crisi, evitando di trasferire semplicemente a monte il
problema. Per questo come produttori di tessuti e di filati abbiamo
elaborato e diffuso fra le aziende della sezione un modello di lettera
che può essere utilizzato per rispondere a richieste di questo genere.
Nella lettera-tipo spieghiamo che la nostra attività è condivisa con i
nostri subfornitori: accogliere richieste di sospensione dei pagamenti
da parte dei nostri clienti limiterebbe la possibilità di noi produttori
tessili di pagare a nostra volta le lavorazioni
conto terzi e i fornitori. La filiera a monte deve stare a cuore a
tutti noi, compresi i clienti del distretto: non possiamo lasciare il
peso di quello che stiamo attraversando sulle spalle di soggetti spesso
commercialmente deboli, ma essenziali per la produzione nel nostro
settore. Dobbiamo tutti fare quadrato intorno alla filiera, tutelandola dall'interno e nei confronti dell'esterno. Ma naturalmente il senso di responsabilità non basta, né quello dei nostri clienti né quello di noi produttori tessili
nei confronti delle lavorazioni, che a loro volta si sono attivate per
iniziative analoghe alle nostre. Occorreranno strumenti finanziari,
misure fiscali, ammortizzatori sociali: molti provvedimenti generali per
il sistema industriale e specifici per il nostro settore, che è il più
penalizzato dalle chiusure. Anche di questi temi parleremo questo
pomeriggio nella riunione a distanza che segnerà l'inizio dell'attività
del Tavolo post emergenza Covid-19. Vi hanno aderito ad ora 85 imprese, alcune anche non socie, fra le più importanti del distretto."
"L'immagine del fare quadrato rende bene l'idea di quello che intendiamo realizzare - aggiunge Franco Ciampolini, coordinatore del gruppo Nobilitazione e lavorazioni tessili
della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord -. Dobbiamo
essere compatti, esigere senso di responsabilità ed esercitarlo noi
stessi, senza cedimenti. Anche noi imprese conto terzi abbiamo redatto e
diffuso, grazie al lavoro della sezione Sistema moda, come i produttori
di tessuti e filati nei confronti dei loro clienti, una lettera-tipo
per rispondere agli stessi produttori che ci dovessero chiedere sconti o
dilazioni. Un'operazione simmetrica, quindi, che vuole essere un
messaggio di coesione e di presa in carico di un problema, quello della
tenuta della filiera e in particolare delle lavorazioni conto terzi, che
è cruciale per il sistema moda italiano. Una filiera così ricca,
articolata e specializzata è una peculiarità del distretto pratese: una
straordinaria ricchezza che però è anche molto fragile. Le lavorazioni terziste sopportano la maggior quota degli oneri fissi del tessile,
dai costi energetici e idrici a quelli del personale: impossibile
sostenere impegni finanziari troppo ingenti e protratti senza una
adeguata remunerazione. Nel definire le richieste del nostro settore per
il post-emergenza pandemia, chiederemo attenzioni particolari per le
nostre aziende: problemi non nuovi e sempre denunciati, dall'adeguamento
delle norme sulle imprese energivore ai costi dei servizi idrici, ma
che ora non possono più attendere ed esigono risposte."
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