Cronaca mercoledì 03 settembre 2025 ore 09:25
Costi d'impresa fittizi e scatta il sequestro milionario

Secondo l'esame delle dichiarazioni fiscali da parte della Finanza, la società avrebbe tratto un vantaggio indebito da quasi 1,2 milioni di euro
PROVINCIA DI SIENA — In dichiarazione dei redditi c'erano costi d'impresa rivelatisi fittizi, documentati con fatture per operazioni inesistenti (Foi) emesse da quattro imprese gestite da cittadini di nazionalità cinese: a scoprirlo è stata la guardia di finanza di Siena che nel territorio provinciale ha proceduto al sequestro preventivo per quasi 1,2 milioni di euro a carico di una società il cui legale rappresentante è adesso indagato.
Gli accertamenti hanno preso avvio dall’analisi di rischio fiscale su alcune ditte individuali, a carico delle quali sono emersi indicatori di anomalia tipici del fenomeno delle imprese 'apri e chiudi', ovvero con apertura di partita Iva usata per un periodo di tempo relativamente breve, accumulando nei confronti dello Stato ingenti debiti tributari e contributivi, per poi essere rapidamente chiusa facendo perdere le proprie tracce per avviare formalmente una nuova attività.
In particolare, le Fiamme Gialle senesi hanno rilevato che, nonostante una dotazione patrimoniale inconsistente e una struttura produttiva inadeguata, le quattro ditte individuali avevano rapidamente incrementato il proprio volume d’affari con una conseguente esposizione debitoria verso l’erario pari a 2,6 milioni di euro, con corrispondente credito tributario fittizio.
E' poi emerso che i titolari avevano già operato per la società che avrebbe utilizzato le Foi, e che quest’ultima si assicurava di un turn over periodico dei fornitori.
Sono così scattate le verifiche fiscali, i cui esiti sono stati comunicati all'autorità giudiziaria. Il legale rappresentante è indagato per il reato di dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo di Foi per 2.633.843 euro, ricevute dai quattro imprenditori cinesi a loro volta segnalati per emissione di fatture false. La società verificata avrebbe tratto dal reato tributario un vantaggio di 1.184.183,16 euro, pari all’imposta evasa, è stato inoltre ipotizzato l’illecito amministrativo relativo alla responsabilità degli enti derivante da reato.
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