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Attualità giovedì 11 maggio 2023 ore 12:20

Dopo il Covid cresce la soddisfazione per la qualità della vita

giovani

Il grado di apprezzamento per la propria esistenza e per le relazioni aumenta specialmente tra i giovani: +5,9% rispetto al 2021. La rilevazione Istat



ROMA — Dopo il Covid torna a crescere il gusto per la vita, con un grado di soddisfazione per la qualità della propria esistenza in aumento specialmente tra i giovani nella fascia d'età 14-19 anni per un incremento di +5,9 punti percentuali nel 2022 sul 2021. Meno felici gli operai e fiducia nel prossimo in calo specie nel Mezzogiorno fanno da contraltare al dato tutto positivo inquadrato dall'Istituto nazionale di statistica Istat nell'analisi Aspetti della Vita Quotidiana contenuta nell'ultimo report appena diffuso.

"Con il venir meno delle restrizioni nel contrasto alla pandemia - è l'analisi degli esperti - si osserva una ripresa forte e generalizzata della soddisfazione per il tempo libero trascorso e per le relazioni amicali, soprattutto tra i giovani, e cresce leggermente anche la soddisfazione per le relazioni familiari, in particolare tra le persone di 65 anni e più (dall’85,6% nel 2021 all’88,6%% nel 2022)". 

Tra gli anziani invece gli acciacchi compromettono lo slancio: "Continua a calare invece la soddisfazione per lo stato di salute, soprattutto tra gli anziani (dal 59,1% al 55,3% tra gli individui di 75 anni e più)".

Ammonta al 46,2% la quota di italiani che dichiarano un'elevata soddisfazione per le loro vite, ma per contro c'è un 35,1% di famiglie che nel 2022 ha considerato peggiorata la propria situazione economica.

Rispetto alla condizione occupazionale, studenti (54,7%) e occupati (49,9%) eprimono maggior soddisfazione. Sì ma dipende anche dalla posizione lavorativa: "dirigenti, imprenditori e liberi professionisti (54,4%), insieme ai quadri e agli impiegati (51,6%) dichiarano livelli di soddisfazione più alti rispetto ai lavoratori in proprio (48,6%) e agli operai (46,6%)". Questi ultimi mostrano un calo dovuto sostanzialmente alla componente di sesso maschile (dal 51,0% al 47,1%).


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