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Attualità martedì 14 novembre 2023 ore 16:30

Petrolio dalla plastica ripescata in mare? Ora si può

Un team di ricercatori ha realizzato un processo innovativo di riconversione che genera combustibile dai rifiuti che invadono anche le coste toscane



ROMA — Anche le ultime mareggiate e ciò che hanno lasciato sulle spiagge toscane ne sono una dimostrazione. Il mare è sempre più vittima della plastica.

Adesso però un  team di ricercatori Enea ha messo a punto un processo che consente di riconvertire oltre il 90% della plastica recuperata tra le onde e sulle spiagge in nuovo "petrolio" da utilizzare come combustibile o per produrre nuove plastiche, vernici, solventi e innumerevoli composti organici.
Questa attività è stata realizzata nell’ambito del progetto europeo interregionale Italia-Croazia “Netwap" sulla riduzione e la gestione innovativa dei rifiuti e i risultati sono stati pubblicati su sulla rivista scientifica online dell’American Chemical Society.

“Abbiamo sottoposto campioni di plastica raccolta in mare a un particolare trattamento termo-chimico chiamato pirolisi che consente di decomporre - a una temperatura al di sopra dei 400 °C e in assenza di ossigeno - il materiale plastico di partenza in olio e gas ricchi di idrocarburi potenzialmente sfruttabili per la produzione di nuovi combustibili e prodotti chimici”, spiega Riccardo Tuffi, ricercatore del Laboratorio Enea di Tecnologie per riuso, riciclo, recupero e valorizzazione di rifiuti e materiali, che ha realizzato la ricerca insieme ai colleghi Lorenzo Cafiero e Doina De Angelis.

Il campione di plastica preso in esame è stato convertito in idrocarburi di grande valore economico (circa l’87% in olio leggero e l’8% in gas) e i gas prodotti durante il trattamento termo-chimico si sono dimostrati più che sufficienti a sostenere il fabbisogno di energetico del processo (450 °C).

La raccolta e il riciclo meccanico della plastica raccolta in mare e sulle spiagge risultano molto più complicati rispetto al trattamento dei rifiuti urbani, perché si tratta di materiali eterogenei composti da molti polimeri di forme e dimensioni diverse difficili da individuare e raccogliere. Inoltre, possono contenere una quantità considerevole di sabbia, sale, conchiglie, alghe. “Tutti questi fattori rendono il riciclo meccanico una sfida ardua mentre la pirolisi catalitica può essere considerata una delle opzioni più valide per il trattamento della plastica marina perché è in grado di gestire grandi quantità di rifiuti altamente eterogenei e non pretrattati” termina il ricercatore Enea.


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