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Attualità domenica 12 marzo 2017 ore 10:00

Caso Ustica, riesumati i resti di Dettori

La riesumazione dopo la richiesta della famiglia di Alberto Dettori di riaprire l'inchiesta. Dettori era al radar quando l'aereo si squarciò



GROSSETO — Quella notte del 27 giugno 1980, quando il DC9 dell'Itavia si squarciò in volo, il maresciallo dell'aeronautica Alberto Dettori era di servizio al radar di Poggio Ballone, Grosseto. Era uno dei testimoni della strage. Poi sette anni dopo fu trovato morto impiccato, ma la famiglia non ha mai creduto che si fosse suicidato, anzi ha sempre creduto che fosse stato ucciso, perché forse sapeva qualcosa che non doveva essere detto. 

E adesso la Procura ha dato il via a nuove indagini con la riesumazione dei resti di Alberto Dettori. La notizia è stata diffusa da alcuni giornali di Siena e di Grosseto.

La figlia di Dettori, Barbara, aveva deciso di presentare in Procura a Grosseto un esposto per chiedere una nuova inchiesta per far luce sulla morte del padre.

La famiglia di Dettori, assistita dall'avvocato Goffredo D'Antona e dall'associazione antimafie ''Rita Atria'', aveva presentato l'esposto alla procura di Grosseto lo scorso dicembre. L'esposto era accompagnato da nuovi elementi riguardanti anche altre morti sospette legate alla strage di Ustica.

Per i familiari il maresciallo sarebbe stato ucciso. In una nota dell'Associazione Antimafie, tra l'altro, si ricorda che il maresciallo Dettori nei giorni successivi al 27 giugno 1980, chiamò il capitano Mario Ciancarella, radiato dall'Aeronautica nel 1983 (da anni sta chiedendo di essere reintegrato), dicendogli: "Siamo stati noi".

Sempre secondo l'Associazione, Dettori avrebbe detto ai propri familiari: "Sta scoppiando la terza guerra mondiale", chiudendosi poi nel silenzio assoluto sulla vicenda fino alla sua morte. 


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