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Attualità domenica 12 agosto 2018 ore 09:00

Il drappellone del Palio del 16 agosto

Un particolare dell'opera realizzata dall'artista belga
Un particolare dell'opera realizzata dall'artista belga

Realizzato da Szymkowicz. Esplosione di colori, la Madonna ha i tratti della figlia del pittore che ha dipinto anche un suo piccolo autoritratto



SIENA — E’ un’esplosione di colori e forme il drappellone dipinto dal pittore belga Charles Szymkowicz (nato a Charleroi nel 1948) per il Palio del 16 agosto dedicato alla Madonna Assunta in cielo, e presentato nel Cortile del Podestà di Palazzo Pubblico.

Nella sua opera l’artista, fra i maggiori pittori neoespressionisti operanti in Europa, ha mantenuto inalterata la riconoscibilissima e potente tecnica pittorica.

Il colore, forte e denso, è stato steso sulla seta con pennellate vigorose creando un effetto a rilievo. Le immagini, per la loro potenza rappresentativa, sembrano, così, non riuscire a restare ancorate al drappo. Emergono.

Bella, suggestiva e dominante l’immagine della Vergine. Una Madonna giovanissima, dalla quale traspare ancora il carisma della fanciullezza, e nella quale si ritrovano i lineamenti di Sarah, la figlia di Szymkowicz. Tra le mani tiene un cavallo bianco, l’animale emblema del Palio e, come tale, non è raffigurato in maniera statica. Gli arti sono in movimento, come nel fremito della corsa. Sembra, quasi, che aneli il galoppo nella magica conchiglia di Piazza del Campo riproposta più in basso, e arricchita da un altro cavallo, questa volta nero, per una proiezione speculare del primo.

Il drappellone di Charles Szymkowicz non è sicuramente minimalista. Tanti i richiami ai quali l’artista non ha saputo resistere. Primo fra tutti l’amore per la terra di Siena, per quegli elementi naturali ed architettonici che lo hanno portato a vivere parte della sua vita in Toscana. Ecco, infatti, svilupparsi sulla destra del drappellone l’elegante figura della Torre del Mangia dove il pittore ha voluto lasciare qualcosa di intimo: il tondo dell’antico orologio racchiude il suo autoritratto. Sul lato sinistro un particolare della cupola del Duomo, con sotto un altro elemento simbolo: un frammento di campagna con i cipressi illuminati da stelle sospese in un cielo blu cobalto. E poi girasoli. Tanti petali abilmente disposti, anche a formare l’aureola della Madonna, per richiamare luoghi e fascinazioni del cuore e della mente.

Elegante la raffigurazione in oro del bestiario contradaiolo su un fondo cremisi.

Szymkowicz ha attinto senza limiti alla tavolozza dei colori. Puri o abilmente mescolati per giochi cromatici di grande effetto. Colore vivo, che dà corpo e anima alle forme generando infinite possibilità di linguaggio, che talvolta sussurra, come in quella micro-rappresentazione di una calda notte d’estate; e talvolta grida come con l’espressività della Madonna che sul grembo appoggia un cavallo da Palio. Un segno di protezione per la grande Festa senese che, ad ogni Carriera, rinnova la sua dedizione alla Madre di Gesù. Una creatività entusiasmante e vitalissima. Una dichiarazione d’amore che Charles Szymkowicz ha donato alla città di Siena e a tutti i senesi.


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