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Attualità giovedì 18 maggio 2017 ore 18:20

Storia di F. e del suo cuore straordinario

Una donna di 29 anni gravemente ammalata dalla nascita ha ritrovato la vita grazie a un eccezionale intervento chirurgico in un ospedale toscano



MASSA — Uno pioneristico intervento combinato è stato eseguito all'Ospedale del Cuore su una paziente sarda. L'operazione risale al 23 febbraio scorso ma i medici hanno voluto diffondere la notizia solo dopo che la paziente si era completamente ristabilita. La ragazza ora sta bene.

"A quanto di nostra conoscenza - è la dichiarazione di Luciano Ciucci, direttore della Fondazione Monasterio - si tratta di uno dei rari casi descritti di dissezione dell'arteria polmonare che sono sopravvissuti; ma, soprattutto, è la prima volta che due interventi cosi complessi come la sostituzione aortica e il trattamento della dissezione polmonare sono eseguiti assieme con un risultato positivo, peraltro in una paziente già sofferente per una cardiopatia così complessa associata ad ipertensione polmonare cronica e alla sindrome di Turner".

La paziente, F.C. le sue iniziali, era stata trasferita da Cagliari, in urgenza, all'ospedale del Cuore di Massa la notte fra il 22 e il 23 febbraio scorso, con un volo militare. Alla giovane era stata diagnosticata una dissezione dell'arteria polmonare, in pratica la rottura della parete dell'arteria, dai medici della cardiopediatria dell'ospedale Brotzu di Cagliari che seguono da anni la ragazza, operata poco dopo la nascita di coartazione e poi di stenosi aortica.

La paziente è atterrata a Massa in condizioni disperate ed è stata operata d'urgenza per evitare la rottura completa dell'arteria, evento che l'avrebbe portata alla morte.

L'intervento è iniziato la mattina successiva al suo arrivo notturno ed è terminato 13 ore dopo. 

Vista la complessità del quadro clinico e la durata dell'operazione, si sono alternati al tavolo operatorio due équipe di sei chirurghi, due anestesisti oltre a dieci operatori tra infermieri, ferristi, infermieri di anestesia, tecnici di circolazione extracorporea.

Alla fine dell'intervento le condizioni della giovane erano così compromesse che i medici hanno deciso di lasciare il suo torace aperto per tre giorni. Successivamente è stato necessario praticarle una tracheostomia per consentirle di respirare. 

Durante la permanenza in terapia intensiva F. ha avuto bisogno di ogni singolo ritrovato della medicina attuale, sia in termini di farmaci che di apparecchiature, per poter inalare aria, alimentarsi e svolgere le funzioni vitali.

Poi, con il passare dei giorni, il cuore di F., grazie alla riparazione e alle cure, ha ricominciato a funzionare e lei si è ripresa. E così il 13 marzo la paziente è stata trasferita nel reparto di degenza dove gradualmente ha potuto riprendere a respirare senza cannula, a mangiare autonomamente e infine a camminare. 

Finalmente il 28 aprile F., accompagnata dalla mamma, ha potuto riprendere un aereo, stavolta non militare ma di linea. Ed è tornata a casa.


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