Cronaca lunedì 06 giugno 2016 ore 17:05
La banda dello sballo suona sempre due volte
Sgominati due gruppi specializzati in furti di appartamento. I malviventi agivano sotto l'effetto di droghe pesanti. Coinvolti anche alcuni minorenni
PONTEDERA — Sono sette le persone arrestate nell'ambito dell'nchiesta sulla banda del flessibile, i cui membri facevano "un uso smodato di ogni tipo di stupefacente, dalla cocaina alla ketamina - hanno spiegato i carabinieri - per prendere forza e mettere in atto l’adrenalinica e remunerativa attività criminosa".
Le indagini sono partite dal furto di una pesantissima e vecchia cassaforte di 700 chili, avvenuto l’estate scorsa in una casa in via di Gello. I pedinamenti e gli appostamenti da parte delle forze dell'ordine hanno permesso in meno di un anno di inchiodare una banda di criminali dedita ai furti in abitazione. Tra arrestati e indagati ci sono italiani, albanesi e rom. L'operazione è stata denominata Re Giorgio.
Flessibili e piedi di porco gli arnesi utilizzati dalla banda per commettete i furti, talvolta servendosi anche delle grondaie per arrampicarsi e raggiungere gli appartamenti ai piani più alti. Neanche le inferriate e i sistemi di sicurezza più avanzati riuscivano a tenere alla larga questa banda.
Pisa, Pontedera e San Giuliano terme le zone prese maggiormente di mira. Ed è proprio in questi tre Comuni che, questa mattina, i carabinieri hanno eseguito i provvedimenti cautelari emessi dall'autorità giudiziaria: sette in tutto, mentre restano indagati in stato di libertà i minorenni e chi, secondo gli inquirenti, ha avuto un ruolo marginale nelle attività illecite della banda.
Le indagini hanno permesso di constatare che dopo i furti, l'oro trafugato dagli appartamenti veniva venduto ad alcuni Compro oro, risultati estranei ai fatti. In alcuni casi i carabinieri sono riusciti a sequestrare e restituire ai legittimi proprietari quanto rubato, poiché per legge i Compro oro devono mantenere l’oggetto in negozio per dieci giorni, prima di fonderlo.
Gli indagati principali formavano due gruppi separati tra loro, il primo, chiamato dagli investigatori la banda del flessibile, formato da tre giovani albanesi un giovane pisano e un rumeno, per un totale di cinque indagati, mentre il secondo composto da alcuni rom rumeni, macedoni e kosovari (per un totale di dieci indagati), tra cui alcuni minorenni di una nota famiglia di Pontedera e un rumeno, soprannominato dagli inquirenti Re Giorgio per la corona d’oro indossata durante un soggiorno in Romania, quando aveva contratto matrimonio con la sua convivente.
La banda del flessibile ha messo a segno furti in due abitazioni nel Comune di San Giuliano Terme, commessi nel giugno 2015, ma anche numerosi altri nel pontederese e nella lucchesia. Un giovane albanese residente a Pisa, ritenuto a capo della banda, spiegava agli altri come muoversi e cosa fare.
Durante le indagini particolarmente importante è stata la testimonianza di un abitante del posto che ha annotato la targa dell'auto sotto controllo, indicando anche la presenza di tre persone a bordo: "Il gruppo di albanesi monitorato - hanno spiegato i carabinieri - per i quali gli inquirenti hanno contestato anche l’associazione per delinquere, appartiene ad una generazione di immigrati albanesi arrivata in Italia da diversi anni i quali, in buona sostanza, pur nascendo in Albania sono cresciuti dall’adolescenza in Italia".
"Andiamo al mare” era il messaggio in codice della banda del flessibile per avvisare che si sarebbero visti per andare a rubare. Impressionante, a detta dei carabinieri, la serie di sopralluoghi, anche in province limitrofe, in posti a volte isolati o in piccole frazioni, dove minore è la presenza di forze dell’ordine.
Altro filo conduttore della banda del flessibile era "l’uso smodato di ogni tipo di stupefacente, dalla cocaina alla ketamina, pronti a prendere forza per l’adrenalinica e remunerativa attività criminosa".
I carabinieri hanno informato anche che alcuni genitori degli albanesi sapevano dei furti: "La mamma di uno di essi - hanno spiegato i militari - ha consigliato di vendere in Albania uno degli anelli con diamante da poco rubato, mentre in un altro caso un anello rubato è diventato il regalo per la ragazza italiana di uno degli stranieri, perfettamente a conoscenza dell’attività del compagno".
Modalità simili ma meno spregiudicate quelle attuate dal gruppo di rom rumeni, kosovari e macedoni. Anche in questo caso, impressionante è la facilità con la quale venivano effettuati sopralluoghi di furto e furti in abitazione, molto spesso nel pomeriggio o la sera dei fine settimana, quando le persone sono fuori casa. Numerosi i sopralluoghi e i colpi effettuati, in Pisa e provincia, in Livorno e anche fino a Firenze; in questo secondo gruppo i carabinieri non hanno ben delineato il canale di ricettazione della merce rubata, poiché il gruppo non usava il canale dei Compro oro quanto sottratto nelle abitazioni; sono pertanto in corso ulteriori accertamenti.
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