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Lavoro martedì 31 ottobre 2017 ore 20:44

Aferpi, i sindacati non cantano ancora vittoria

Anzi dalle assemblee con i lavoratori è emersa molta preoccupazione sullo scenario che si potrebbe prefigurare per il polo siderurgico di Piombino



PIOMBINO — Doppi assemblea degli operai, una di Fim, Fiom e Uilm al Perticale con un centinaio di lavoratori con, una ventina al Centro Giovani per quella promossa da Ugl.

Dall'incontro al Ministero non è emersa una situazione rosea per Aferpi. Le informazioni contenute nella lettera di Benikene consegnata al ministro Carlo Calenda non è rassicurante, anzi, l'impressione è che serva solo a temporeggiare. Mancano tutte le garanzie necessarie, in più, come hanno riferito i sindacati in assemblea, si parla di forno elettrico nel giro di 24 mesi e ripartenza dell'altoforno in 7, facendo leva su un partner cinese non meglio specificato.

Viste le mancate rassicurazioni pervenute, passata la scadenza del 31 Ottobre la strada del Governo è quella della risoluzione del contratto per inadempienza. E già dal 2 potrebbe partire la comunicazione da Roma indirizzata a Cevital.

Cosa si prospetta in caso inadempienza? Lo spiegano bene Fausto Fagioli (Fim) durante l'assemblea. Inadempienza non significa andare subito in amministrazione straordinaria, ma si andrà incontro a tutte le verifiche del caso da parte di un giudice nell'ambito di un possibile ricorso giudiziario.

Per ovviare a questo, è in programma un incontro per trovare un accordo tra le parti e poter così aprire in tempi più brevi un accordo con un altro partner.

A queste possibilità si aggiunge una nuova opzione quella dell'insolvenza che sussisterebbe solo nel momento in cui l'azienda non pagasse fornitori e stipendio ai lavoratori. Dalla ricognizione fatta dai sindacati sarebbe l'insolvenza la prerogativa per far scattare l'utilizzo dei 300 milioni stanziati per le aree di crisi complesse in amministrazione straordinaria.

Per quanto riguarda la tenuta degli ammortizzatori sociali non è emersa nessuna problematica e saranno garantiti fino al 31 Dicembre 2018. Nel caso si dovesse entrare in amministrazione straordinaria verrà attivata la cassa integrazione. 

Chiuso il capitolo Cevital per i sindacati bisognerebbe spingere verso un accordo con interlocutori accreditati nel mondo dell'acciaio come Jindal e British Steel. Ma i tempi non sembrano essere così immediati e, facendo i conti, per garantire la continuità produttiva da qui a un nuovo player per l'acciaio servirebbero 70 milioni di euro.

"Il Governo deve farsi garante della continuità produttiva e trattare in prima persona direttamente senza più tergiversare con eventuali gruppi siderurgici intenzionati a tornare a produrre acciaio a Piombino. - ha aggiunto Vincenzo Renda (Uilm) - Qualcuno oggi vive l'allontanamento di Cevital come una conquista: era un atto dovuto, ma le preoccupazioni sul futuro e sulla ripartenza dello stabilimento sono ancora forti".

Gli fa eco David Romagnani (Fiom) che non ha tralasciato la preoccupazione sia per i lavoratori Aferpi ma anche per tutto l'indotto e del futuro economico della città. Tra l'altro il 31 Ottobre sono scadute le concessioni portuali di Piombino Logistics.

Non si sono sbilanciati nemmeno i rappresentanti di Uglmet: "Non crediamo ci sia niente da festeggiare oggi, tantomeno domani. Anzi sarebbe opportuno essere cauti. Come non era il caso di dire merci nel 2015 oggi riteniamo che non sia il caso di dire adieu. Questo è il nostro pensiero, speriamo di sbagliare, e che il modello Piombino non sia questo".


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