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Attualità mercoledì 04 febbraio 2015 ore 11:07

Latte toscano, spariscono duemila mucche all'anno

Coldiretti e Associazione allevatori: "In Toscana le importazioni superano di 3 volte la produzione". Venerdì mungitura di protesta nelle piazze



FIRENZE — Aumento dei costi di produzione, peso insostenibile della burocrazia e instabilità del prezzo del latte sono le cause della crisi profonda del settore. Il tutto a fronte di un fiume di latte importanto dall'estero: in Toscana 230mila tonnellate all'anno contro 68.800 prodotto dalle aziende locali. 

Una situazione drammatica in tutto il territorio nazionale che venerdì 6 febbraio porterà gli allevatori a manifestare in decine di città italiane, fra cui Firenze, in piazza Repubblica, dalle 9.30, in difesa del latte e del  formaggio made in Italy.

"Rispetto al 1990 in Toscana ci sono 20mila stalle in meno e dal 2013 i piccoli allevamenti sono diminuiti del 71 per cento - spiegano Coldiretti e Associazioni allevatori italiani - E' un ritmo da mattanza.  E più della metà di queste aziende presidiava zone montane e svantaggiate e con esse la biodiversità". 

Alla giornata dell’allevatore sono stati invitati a partecipare deputati e senatori, rappresentanti istituzionalidell’amministrazione regionale, sindaci ed assessori dei comuni, rappresentanti delle associazione dei consumatori ed ambientaliste. 

“In Toscana i prodotti entrano stranieri, e penso al latte e ai semilavorati, ma anche all’olio e tanti altri, ed escono italiani - spiega Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana - Più latte importato significa provenienza dubbia quando non c’è l’obbligo di origine nell’etichetta del latte, dei formaggi e di tutti i derivati. Vogliamo sapere cosa diventa questo latte e quale forma assume”.

C’è poi il fronte aperto sul prezzo del latte, elemento decisivo nell’economia degli allevamenti. 

“Il prezzo del latte dalla stalla alla tavola quadruplica e solo il 17% va agli allevatori, toppo poco  per mandare avanti un allevamento - spiega Roberto Nocentini, presidente di Aia Toscana - La qualità va pagata e va anche rispettata così come la trasparenza e la tracciabilità perché sul mercato sono valore di successo e distintività. Ma accade che o si cerca di pagarla sempre meno o si preferisce importare dall’estero latte, cagliate, latticini, prodotto semilavorati che dopo un passaggio negli stabilimenti del nostro paese diventano magicamente prodotti italiani”.

E’ al consumatore che l’iniziativa di venerdì si rivolge. 

“La politica delle multinazionali del latte spinge per una omologazione sostituendo il latte locale e territoriale con latte importato- conclude Nocentini - Tutto questo avviene nell’assoluta mancanza di trasparenza e completamente alle spalle dei consumatori. Noi saremo in piazza per loro e per i nostri allevatori”.


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