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Segnali di Pace di Gianfranco Meggiato

di - lunedì 02 maggio 2022 ore 07:30

Gianfranco Meggiato è uno degli scultori più importanti nel panorama italiano e una sua mostra è visitabile presso gli spazi espositivi della Chiesa della Spina. E’ un artista veneziano di fama internazionale. Nasce nella città lagunare nel 1963 e dopo aver studiato all'Istituto Statale d'Arte inizia la sua carriera da scultore. Dal 1998 inizia una serie ad oggi ininterrotta di esposizioni, mostre e fiere in Italia e all’estero. È stato invitato a partecipare alla 54ª e 55ª Biennale internazionale d’arte di Venezia ed è stato presente a mostre e fiere di fama mondiale: Russia, India, Cina, Canada, USA, Corea, Monaco, Germania, solo per citarne alcune. Recente una sua grande mostra al Parco della Valle dei Templi di Siracusa.

Vuoi spiegare il titolo della mostra "Dio madre" che hai inaugurato alla Chiesa della Spina?

Era il lontano 1978 quando Papa Luciani, che io conoscevo quando era Patriarca di Venezia, pronunciava parole di una sconvolgente attualità: “Dio ha sempre gli occhi aperti su di noi, anche quando sembra ci sia notte. È Papà; più ancora è Madre”. Quest’anno tra pandemia ancora in corso e inizio della guerra in Ucraina penso si possa proprio parlare di notte e di tempi bui. Però è proprio dalle parole di speranza di Papa Luciani che nasce l’idea della scultura Dio È Madre, che dà il titolo alla mostra, dove ho scelto l’uovo, da sempre simbolo di nascita della vita. Un uovo costituito da tanti anelli multiformi uniti insieme. Per la fisica dei quanti, la “Madre”, l’elemento base per costituire il tutto, sarebbe costituito appunto da micro anelli subatomici vibranti chiamati stringhe. All’interno dell’uovo le tre sfere che compongono l’essenza dell’uomo: la sua parte razionale, istintiva e spirituale. Questa mostra dove presento le mie ultime undici opere inedite ideate dal 2018 al 2021, inaugurata a Santa Maria della Spina a Pisa, chiesa consacrata, non poteva avere un titolo diverso.

Sei un'artista che resta influenzato da quello che accade nella società, cosa sta provocando nel tuo lavoro la guerra in Ucraina?

Quasi tutte le opere della mostra: “Dio È Madre” riflettono questi tempi di crisi, prima la pandemia, ora la guerra, io penso che l’arte non possa restare indifferente a questa immane tragedia, il rischio però è farsi travolgere dalla paura alimentata dal tam tam mediatico. Io voglio proporre un’altra via, quella della speranza, alla ricerca della vera natura dell’uomo, nella consapevolezza che siamo tutti foglie di uno stesso albero, siamo tutti uno.

Stai lavorando ad un progetto pensato per la città di Pisa con la collocazione di opere monumentali in luoghi simbolo. Potresti descriverlo?

Il progetto per Pisa nasce attorno all’idea della scultura “L’Incontro” alta 4m. Simbolicamente un incontro tra fazioni contrarie, tra Guelfi e Ghibellini, tra bianchi e neri, un simbolo di unione e pace tra i popoli. Nel Medioevo Pisa era ghibellina e Firenze era guelfa, due città divise da profonde rivalità, da qui la necessità di creare due installazioni in queste due città per portare un unico messaggio di unione e di pace. A Pisa ci saranno diverse installazioni di opere monumentali in luoghi simbolo. Tra gli altri si stanno valutando la chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno e piazza dei Cavalieri. Proporre “L’incontro” a Pisa, diventerà simbolo di unione tra diversi, finché l’uomo non arriverà al superamento del concetto di dualità, non arriverà a capire che siamo tutti foglie di uno stesso albero, siamo tutti frammenti di un’unica coscienza, non ci potrà mai essere vera pace.

Un altro progetto in cantiere coinvolge il Comune di Firenze, città simbolo nel mondo dell'arte. Puoi dirci come è nata questa idea?

Il progetto pensato per Firenze, città con una grande sensibilità al tema della pace, si intitola: Tra Guelfi e Ghibellini, il labirinto dei Diòscuri, eroi della pace. La mia proposta è quella di porre a Firenze una grande installazione di venti metri di diametro a forma di labirinto circolare, costituita da una struttura metallica ricoperta da sacchi di juta, a rappresentare una fortificazione militare.

Da sempre i conflitti sono un labirinto spesso senza uscita dove ci si perde, smarrendo la nostra umanità, arrivando a dividere tutto in bianco o nero, buono o cattivo, bello o brutto. Quaranta citazioni inerenti la pace accompagneranno il visitatore nel suo percorso all’interno del labirinto, cercando di indurlo alla riflessione. A titolo di esempio citiamo qui 4 frasi che verranno impresse sui sacchi:

“La pace non può essere mantenuta con la forza, può essere solo raggiunta con la comprensione.”

Albert Einstein “Tutti parlano di pace, ma non si può avere la pace all’esterno se si coltivano nel proprio animo la collera o l’odio.” Dalai Lama “La pace è un sogno, può diventare realtà… Ma per costruirla bisogna essere capaci di sognare.” Nelson Mandela “Se la guerra non viene buttata fuori dalla storia dagli uomini, sarà la guerra a buttare fuori gli uomini dalla storia.” Gino Strada

Il labirinto simboleggia questo percorso dell’umanità, spesso pieno di strade senza uscita, ma che alla fine, ci porterà al centro dell’installazione dove troveremo due sculture: Il Volo h.5m e L’Attimo Fuggente h.4m che idealmente rappresentano i Diòscuri. Il mito dei Diòscuri contiene i significati della dualità e della duplicità, a partire dalla fecondazione doppia, fino alla sua conclusione, con l’alternanza tra Ade e Olimpo, Vita e Morte. Nati da una stessa madre ma da padri diversi, Castore-Materia(umano), e Polluce-Spirito(divino); corpo e Anima, sono due parti, opposte e complementari che perseguono l'unione. Ecco allora che la scena mitologica dei Diòscuri ci riporta a quei concetti di unità e fratellanza, di superamento del duale, facendoci capire come in realtà siamo tutti parte di uno stesso insieme, siamo tutti cellule di uno stesso organismo, siamo tutti uno. In questo momento di conflitto penso che come non mai ci sia bisogno di dare un messaggio di speranza, l’uomo non può ridursi a sola violenza, potere o interessi economici, a sola materialità, io voglio credere, voglio sperare che l’essere umano possa essere molto di più.

Qual è il tuo rapporto con la Toscana essendo un'artista veneto e profondamente inserito nell'ambiente culturale della città di Venezia?

Io amo la Toscana, terra del Rinascimento e di grandi scultori che hanno segnato la storia dell’arte: Lorenzo Ghiberti, Jacopo della Quercia, Donatello, Michelangelo Buonarroti ecc…non si può non guardare alla Toscana con rispetto e ammirazione, esporre in Toscana è idealmente confrontarsi con i grandi del passato e proprio per questo è particolarmente stimolante.