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Attualità lunedì 08 luglio 2019 ore 15:15

Allarme moria di Pinna nobilis a Giannutri

Pinna nobilis morta a Giannutri (foto 2019)

Dopo l'Sos lanciato per l'isola d'Elba, Legambiente segnala la preoccupante scomparsa di un giardino marino delle famose nacchere



ISOLA DEL GIGLIO — E' scomparso il giardino marino di Pinna nobilis nei fondali dell'isola di Giannutri. A segnalare la preoccupante scomparsa è Legambiente Arcipelago toscano.

"A malincuore, abbiamo scoperto che nei fondali di Giannutri, lì dove c’era un giardino di Pinna nobilis, la più grande conchiglia bivalve del mediterraneo, - si legge infatti in una nota di Legambiente - oggi non c’è più nulla. A Cala Spalmatoio e a Cala Maestra le famose nacchere sembrerebbero del tutto scomparse".

Pinna nobilis viva, Giannutri, 2018

"Ad Aprile la Capitaneria di Porto di Portoferraio aveva segnalato che la moria di questo bivalve stava interessando anche l’Isola d’Elba - spiegano da Legambiente - e recentemente pescatori e subacquei hanno segnalato una moria molto estesa di Pinne nobilis nei fondali che circondano il remoto Scoglio d’Africa o Africhella, sempre nell’Arcipelago Toscano a sud di Montecristo. A Giannutri sta quindi avvenendo quel che è purtroppo già accaduto in altre zone d’Italia così come in Spagna, Francia e Grecia".

Come spiega il responsabile di Legambiente Arcipelago Toscano per Giannutri, Emanuele Zendri "da un anno all’altro la presenza di Pinna nobilis a Giannutri è drasticamente precipitata. Dove vivevano diversi esemplari di questo magnifico bivalve che può arrivare fino a un metro di lunghezza ne rimane solo uno morto". Infatti, secondo quanto verificato da Legambiente, anche le altre nacchere morte - a differenza degli altri luoghi dove è stata segnalata la moria a Giannutri -sembrano scomparse.

Il killer che starebbe decimando le nacche – o gnacchere come vengono chiamate all’isola d’Elba, aggiungono da Legambiente, - sarebbe un parassita “alieno”, l’Haplosporidium pinnae, che è evidentemente riuscito a invadere il mare dell’Arcipelago Toscano tre anni dopo il suo arrivo nel Mediterraneo occidentale. 

Legambiente fa poi riferimento ad un recente studio “The cryptogenic parasite Haplosporidium pinnae invades the Aegean Sea and causes the collapse of Pinna nobilis populations”, pubblicato su Invasive Alien Species (InvasiveNet) da un team di ricercatori delle università dell’Egeo e della Tessaglia e dell’Hellenic Center for Marine Research, dove si legge che l'origine del parassita £è sconosciuta ma probabilmente è una specie introdotta che è arrivata molto recentemente". 

Secondo Legambiente, alla rapida diffusione di questo parassita potrebbero aver contribuito anche altri fattori di stress del Mediterraneo, come il riscaldamento e cambiamento climatico e l’inquinamento.

Zendri inoltre ricorda che"la Pinna nobilis è importantissima per la salute del mare poiché contribuisce anche a ripulire l’acqua filtrando le particelle organiche. Numerose specie, poi, del benthos sessile vivono sulle sue valve e altre vivono e si nutrono al suo interno. La nacchera è inserita nell’allegato IV della Direttiva Habitat e nell’allegato II del Protocollo SPA/BIO della Convenzione di Barcellona. E’ quindi protetta a livello internazionale. Per questo chiediamo la sua protezione anche attraverso l’istituzione, finalmente, dell’Area Marina Protetta che Giannutri aspetta ormai da 37 anni"

Infine Zendri fa appello al Parco nazionale arcipelago toscano: "Siamo quindi, a chiedere al Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano di attivare un piano di monitoraggio e controllo per valutare il grado di scomparsa della Pinna nobilis dai fondali di Giannutri. Sarebbe utile prelevare gli esemplari morti per capire se la morte è stata determinata da questo nuovo parassita comparso nel Mediterraneo nel 2016 e responsabile della moria di questo bivalve in diverse zone del nostro mare, ma anche per capire se sopravvivono alcune popolazioni sane, che sarebbero motivo di speranza per la sopravvivenza di una della specie simbolo del Mediterraneo".


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