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Attualità lunedì 22 marzo 2021 ore 18:35

Covid, la Toscana inizia le cure con gli anticorpi monoclonali

una fiala di Bamlanivimab - foto covid19.lilly.com
una fiala di Bamlanivimab - foto covid19.lilly.com

Il farmaco è arrivato. Saranno trattati 1.080 pazienti, quasi tutti in quarantena a casa e selezionati dalle Usca o dai medici di famiglia



FIRENZE — Sono arrivate in Toscana le prime fiale di un farmaco a base di anticorpi monoclonali e messo a punto per curare pazienti affetti da Covid-19. In questa primissima fornitura sono comprese 1.080 fiale di cui 250 sono già state consegnate e 830 arriveranno entro 24 ore.

Il primo farmaco a essere distribuito è il Bamlanivimab, prodotto dall’azienda farmaceutica Eli Lilly, ma sono in fase di approvazione anche altri farmaci da parte dell'Agenzia italiana del farmaco. Verranno distribuiti nel mese di Aprile.

Gli anticorpi monoclonali sono stati progettati per legarsi alla proteina spike del SarsCov2, quella che consente a virus di penetrare nelle cellule dell'uomo: l'anticorpo, come una sorta di cappuccio, si lega alla proteina e il virus non riesce più a entrare nella cellula e a infettarla.

La maggior parte dei pazienti toscani che in questa prima fase saranno curati con gli anticorpi monoclonali si trova in isolamento domiciliare. Saranno tutti selezionati dai medici di famiglia o dalle squadre Usca (le unità speciali di continuità assistenziale che si recano a domicilio delle persone contagiate per sottoporle a tampone): tramite un'apposita scheda di pre-arruolamento, i malati saranno indirizzati ai centri specialistici più vicini per il trattamento.

A oggi sono state individuate 12 strutture distribuite su tutto il territorio regionale ma, con l’arrivo di quantità maggiori di farmaco, il numero di centri verrà ampliato in funzione del fabbisogno del territorio.

Attualmente i centri individuati sono gli ospedali universitari di Careggi a Firenze, di Cisanello a Pisa e delle Scotte a Siena e gli ospedali di Santa Maria Annunziata a Ponte a Niccheri, nel Comune di Bagno a Ripoli, il San Giuseppe di Empoli, il San Jocopo di Pistoia, il nuovo ospedale Apuane di Massa, gli Ospedali Riuniti di Livorno, il San Luca di Lucca, il San Donato di Arezzo e il Misericordia di Grosseto.

“Gli anticorpi monoclonali sono la prima vera medicina contro il Covid, le prime fiale sono arrivate anche in Toscana, è  l’inizio di una nuova stagione - ha commentato il presidente Eugenio Giani - Un lavoro di squadra, che vede impegnati in prima linea gli infettivologi di tutte le aziende sanitarie e ospedaliero universitarie della nostra regione, selezionerà i primi 1.080 pazienti con le caratteristiche per essere curati con un farmaco che ci lascia ben sperare". 

"Ho una grande fiducia nella scienza e nell’eccellenza dei nostri scienziati e ricercatori, che lavorano senza sosta, per fornirci gli strumenti necessari per curare la malattia al suo esordio - ha detto ancora Giani - Anche la Toscana è in prima linea nello sviluppo degli anticorpi monoclonali con Toscana Life Sciences e con il gruppo di giovani ricercatori, guidati dal microbiologo Rino Rappuoli di Siena, veri protagonisti di questo filone decisivo nella lotta al Covid-19. Finita la fase di sperimentazione, contiamo di poterlo produrre anche noi e utilizzarlo al più tardi entro l’estate”.

“Gli anticorpi monoclonali rappresentano uno strumento in più, complementare al vaccino - spiega l’assessore alla sanità Simone Bezzini - I dati degli studi a oggi pubblicati indicano che il beneficio è nei pazienti non ospedalizzati, quindi l’utilizzo è indicato in contesti più precoci della malattia, al fine di ridurre la carica virale del paziente ed impedirne il peggioramento. In particolare questi farmaci sono destinati a pazienti con una malattia lieve o moderata, ma ad alto rischio di sviluppare una forma grave di Covid-19 a causa di altre patologie croniche concomitanti all’infezione”.


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