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Attualità giovedì 21 luglio 2016 ore 15:29

Etruria, Comune parte civile in caso di processo

Ok unanime dal consiglio comunale alla delibera di iniziativa popolare elaborata nell'ipotesi di rinvii a giudizio degli ex vertici di Banca Etruria



AREZZO — È stato il presidente del Consiglio Comunale, Alessio Mattesini, a illustrare la proposta di delibera di iniziativa popolare per la costituzione del Comune di Arezzo a parte civile nell’ipotesi di rinvio a giudizio degli amministratori coinvolti nel fallimento di Banca Etruria. La premessa della delibera fa riferimento alle note vicende che hanno coinvolto l’istituto di credito fino all’azzeramento totale del valore delle azioni e delle obbligazioni subordinate. Azzeramento che ha colpito pesantemente i risparmiatori, il tessuto economico cittadino e l'immagine generale di Arezzo. 

Il tribunale fallimentare di Arezzo, con una sentenza dell’11 febbraio 2016, ha dichiarato l’insolvibilità e il fallimento di Banca Etruria consentendo così al pubblico ministero di aprire un fascicolo di indagine per bancarotta nei confronti dei responsabili del dissesto che hanno guidato la banca dal 2013 al 2015. Esistono inoltre altri quattro filoni di inchiesta con le ipotesi di reato: ostacolo alla vigilanza, false fatturazioni, conflitto di interessi e truffa. È proprio nell'ipotesi in cui queste ipotesi vadano a processo, al Comune di Arezzo è stato chiesto di costituirsi parte civile.

La proposta di deliberazione è stata promossa da un gruppo di cittadini iscritti a Possibile, la formazione politica nata a Roma nel giugno 2015 e che fa riferimento a Giuseppe Civati, ed è stata accompagnata da circa 400 firme. Giovanni Bonacci, Federico Scapecchi e Cesare Bircolotti hanno abbandonato l'aula prima del dibattito in virtù del loro status di dipendenti di Nuova Banca Etruria, i primi due, e di ex dipendente del vecchio istituto di credito, il terzo. Voto positivo è stato annunciato innanzitutto da Massimo Ricci del Movimento 5 Stelle - “l'auspicio è quello di una posizione unanime come primo passo per individuare le responsabilità nella vicenda” - e da Luciano Ralli del Pd

Luciano Ralli ha anche rilevato la positività di una delibera che “per la prima volta dà applicazione a un istituto come la proposta di delibera popolare previsto nello statuto e come sia l'opposizione a rendere possibile il dibattito con la presenza dei suoi consiglieri che permettono il raggiungimento del numero legale”. Egiziano Andreani ha ricordato come il consiglio comunale avesse anticipato i tempi con un atto di indirizzo approvato 7 mesi fa dove già si faceva riferimento alla costituzione di parte civile. 

Voto convinto del gruppo Lega Nord annunciato da Marco Casucci in base al principio del “chi sbaglia paghi”. Analoga presa di posizione di Fratelli d'Italia con Francesco Macrì: “questo documento non sostituisce il precedente approvato dal consiglio comunale, si tratta di due atti politici, il primo di natura consiliare il secondo sostenuto da una porzione del corpo elettorale. Sarei stato ancora più rigoroso sui 'destinatari' dell'atto scrivendo 'chiunque responsabile', rispetto alla dizione riferita agli amministratori”. Francesco Romizi e Jacopo Apa hanno chiuso il dibattito condividendone i contenuti.

Il testo originale conteneva la parola “dirigenti” nell'oggetto e nella proposta ma un emendamento dei capigruppo e dell'ufficio di presidenza del Consiglio Comunale ha sostituito “dirigente” con “amministratore”. Venti voti unanimi favorevoli.


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