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Attualità martedì 17 giugno 2025 ore 13:24

Testa di Medusa torna a casa, era scomparsa più di un secolo fa

Foto di: Francesca Pignotti/Facebook

L'opera attribuita a Giambologna, era originariamente collocata nel Ninfeo della Fata Morgana, da dove era stata rimossa illecitamente



BAGNO A RIPOLI — E' stata restituita a Bagno a Ripoli la “Testa di Medusa”, scultura in marmo attribuita a Jean de Boulogne, artista meglio noto come Giambologna. Originariamente collocata a Grassina nel Ninfeo della Fata Morgana della Villa Il Riposo attualmente di proprietà comunale, se ne erano perse le tracce oltre un secolo fa. Poi, nel 2023, è stata individuata in una casa d’aste fiorentina.

Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini condotte dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Firenze, la sua rimozione sarebbe avvenuta senza le previste autorizzazioni della competente Soprintendenza, essendo la scultura classificabile come bene culturale e quindi assoggettata alle norme di tutela previste dal “codice dei beni culturali e del paesaggio”.

La consegna è avvenuta oggi, durante una cerimonia celebrata alla presenza del sindaco e del comandante del Gruppo carabinieri per la tutela del patrimonio culturale di Monza.

Le testimonianze della presenza dell’opera nel Ninfeo vengono rilevate in un documento datato 1868 mentre, in un articolo redatto nel 1961 da due storici, viene data attestazione della sua asportazione insieme ad altri elementi lapidei.

La scultura costituisce l’unico elemento superstite di un apparato decorativo di grande raffinatezza del complesso del Ninfeo, concepito e progettato dal Giambologna come opera inamovibile e pertinente ad una delle vasche presenti.

Realizzata in marmo bianco, presenta nella parte inferiore 3 fori perfettamente corrispondenti e compatibili con i tubi presenti nella parete della vasca del Ninfeo, in cui era collocata originariamente.

Le motivazioni addotte dal Nucleo Tpc di Firenze sono state considerate solide anche dalla Corte di Cassazione presso la Procura Generale, relativamente alle opposizioni tendenti a riottenere il bene presentate dal mandante a vendere, comunque ritenuto estraneo ai reati per i quali si è proceduto, in quanto detentore in buona fede. Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Firenze ha disposto la confisca e la restituzione della scultura.

"L'opera, che si pensava fosse perduta per sempre, adesso potrà essere riportata alla fruizione pubblica come è giusto che sia - scrive su Facebook il sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Pignotti -Stiamo già lavorando con la Soprintendenza per restaurare tutta la Fonte, rendere l'edificio più resistente e sicuro per accogliere la Testa e rimetterla al suo posto, in una delle fontane. Tutto questo non sarebbe possibile senza il supporto di tante altre realtà che hanno dimostrato di avere a cuore questo luogo, come Artigianato e Palazzo ad esempio, che ha dato vita a un crowdfunding, e all'Autorità idrica Toscana che cofinanzierà il restauro. Un grande gioco di squadra che ci permette di affermare con i fatti che il nostro patrimonio culturale è parte integrante della nostra identità, e faremo tutto quanto ci è possibile per valorizzarlo come merita".


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