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Cronaca martedì 22 marzo 2022 ore 10:45

Task force contro la strage di animali avvelenati

Una unità cinofila antiveleno ha fatto base nel Parco delle foreste casentinesi ed ha battuto a tappeto tutta la zona sud est della provincia



CASENTINO E AREZZO — Dal 15 al 17 marzo ben 6 unità cinofile antiveleno, provenienti da tutta Italia, le cosiddette “UCA” dei carabinieri forestali hanno eseguito sopralluoghi preventivi nei settori est e sud della provincia di Arezzo, da Chiusi della Verna fino a Monte San Savino. Zone dove, recentemente, sono stati segnalati casi di avvelenamenti di animali, anche particolarmente protetti

L'attività denominata "Chimera" è stata anche un’opportunità addestrativa. Le unità cinofile hanno operato avvalendosi del supporto della veterinaria del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, in stretto raccordo con le stazioni dei carabinieri forestali: del gruppo di Arezzo, del reparto Parco nazionale delle Foreste casentinesi e del reparto Biodiversità di Pieve Santo Stefano. Sono state utilizzate le strutture logistiche del reparto Biodiversità di Pratovecchio.

L’operazione, quindi, era finalizzata a contrastare il rilascio di bocconi avvelenati, una pratica illegale ancora diffusa, i cui motivi sono tradizionalmente legati al controllo delle specie cosiddette "nocive", ovvero i predatori (volpe, tasso, rapaci, ma anche lupo) nelle zone dove ci sono animali allevati allo scopo di essere poi cacciati, alla difesa degli allevamenti bradi, alla competizione nella ricerca dei tartufi, o anche, in ambito urbano, alle liti tra vicini.

"Siamo molto lieti di ospitare una unità cinofila antiveleno, al servizio di un'area estesissima oltre i confini del Parco. Il fenomeno del rilascio di bocconi avvelenati è una pratica molto più diffusa di quanto si possa pensare, in grado di provocare danni importanti alla sopravvivenza di specie animali selvatiche rare come l’orso, il lupo, il nibbio reale. Il fenomeno si estende anche agli animali di affezione. Sono utilizzati vari veleni, spesso di origine agricola, insetticidi e rodenticidi. Le sofferenza a cui vanno incontro gli esemplari che ingeriscono le esche sono terribili e la morte arriva solo dopo una dolorosissima agonia" commenta Luca Santini, presidente del Parco.

Negli ultimi tre anni le Unità cinofile antiveleno hanno effettuato in Italia circa 1.800 ispezioni, con un tasso di riscontri positivi tra il 12 ed il 14%. Vengono attivate con una semplice richiesta da parte delle istituzioni territoriali e di polizia giudiziaria, o anche con segnalazione al 112.
Chi utilizza esche avvelenate incorre spesso in reati plurimi.


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