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Economia martedì 02 settembre 2014 ore 18:07

Nel 2014 persi 11.500 posti di lavoro

Secondo i dati diffusi da Unioncamere, cresce la fiducia degli imprenditori, ma il comparto produttivo non riparte e non si vede l'uscita dal tunnel



TOSCANA — E' un rapporto luci e ombre quello diffuso da Unioncamere e che riguarda l'economia toscana. Luci sia perché le aspettative degli imprenditori, con particolare riferimento a quelli del commercio, sono migliorate rispetto all'anno scorso - il che significa che un numero maggiore di interpellati si definisce "ottimista" in un miglioramento della congiuntura economica - sia perché il numero di aziende costrette a chiudere i battenti o in liquidazione è diminuito in percentuale rispetto al 2013.

Per il resto, però, ancora tante ombre. A cominciare da quelle sull'occupazione: per il 2014 il saldo previsto fra “ingressi” ed “uscite” è pari a -11.520 unità. Un dato drammatico, che se viene però letto alla luce del risultato del 2013, quando i posti di lavoro persi per strada furono 17.300, potrebbe significare che la fase acuta della crisi è in fase regressiva.

Per quanto riguarda i comparti interessati dallo studio di Unioncamere Toscana, i dati sono questi.
Forte sofferenza per le imprese agricole (calate dell'1,8% che significa 778 aziende in meno)  così come per quelle edili (-959 imprese e -1,5%) e soprattutto per quelle artigiane (-1.395 imprese per una riduzione dell’1,2%). Va meglio alle aziende di servizi (3.531 imprese in più nell’ultimo anno, per una crescita dell’1,5%), cui contribuiscono soprattutto il commercio (+1.111 e variazione del +1,1%), il turismo (ricettività e ristorazione +937 unità, per un incremento del 2,9%) ed i servizi di supporto alle imprese (+643 unità e variazione del +6,4%).

Gli ultimi due dati riguardano il mercato interno, che ancora fa registrare un segno meno: i primi mesi dell’anno hanno fatto registrare una riduzione delle vendite al dettaglio ancora sensibile (-2,9%), seppure dimezzata rispetto alla media del biennio 2012-2013 (-5,8%) e che interessa sia il comparto alimentare (-3,4%) che i non alimentari (-4,2%). Ma non potrebbe essere altrimenti visto che, ed ecco l'ultimo numero di questa lunga serie, i prestiti a imprese e famiglie sono ancora in calo (rispettivamente -1,9% e -0,5% nel 1° trimestre dell’anno).


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