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Attualità venerdì 26 febbraio 2016 ore 12:00

Torna alla luce un'antica strada medievale

Il ritrovamento a Montefalcone, durante l'esecuzione dei lavori di messa in sicurezza del versante dissestato. Scoperta anche la Via Costa Impietrata



CASTELFRANCO — Eccezionale ritrovamento archeologico in località Montefalcone, dove in occasione dei lavori di messa in sicurezza di un versante dissestato, gli operai comunali si sono imbattuti in un'antica strada selciata di origine bassomediavale e nell'originale tracciato della Via Costa Impietrata.

"In questo ritrovamento è giusto evidenziare due elementi - ha commentato il sindaco Gabriele Toti -, uno ambientale e uno culturale. Il primo legato alla messa in sicurezza e ai lavori per la salvaguardia idrogeologica ma poi abbiamo avuto un ritorno anche dal punto di vista storico-culturale. Il tutto anche grazie all'importante contributo del consorzio delle Cerbaie".

"All'inizio della legislatura - ha commentato l'assessore Federico Grossi - avevamo annunciato di voler porre più attenzione alle Cerbaie. Uno dei primi lavori, insieme alla Provincia, è stato la messa in sicurezza del tratto sottostante la Villa di Montefalcone. A giugno luglio, durante questi lavori, è venuto fuori non un viottolo, ma una strada selciata ben conservata, larga in alcuni tratti anche quattro metri, con cippi, muro di contenimento e regimazione delle acque. Via Costa Impietrata fino 50-60 anni fa collegava la campagna alla villa. Gli obiettivi - ha aggiunto Grossi - sono ora la messa in sicurezza e il restauro per reinserire questo percorso nella rete di percorsi naturalistici del territorio. Sarà il collegamento fra la pedonale dell'Usciana e i lavori che Santa Croce sta facendo a Montefalcone".

La strada è un tratto vicinale e pubblico. Questi lavori hanno avuto un costo di circa 8mila euro, condivisi con la Provincia (quando aveva ancora la competenza di questo settore).

"Si tratta di una strada in forte pendenza costruita con una tecnica risalente al 400 o 500, lunga una cinquantina di metri - ha commentato il direttore dei musei del Valdarno Inferiore Andrea Bani Desideri -, una tecnica particolare che gli dà la possibilità di resistere alle piogge. Si divide in due carreggiate che a differenza delle strade di pianura non fanno monte ma si riuniscono in mezzo, proprio per evitare che le acque confluissero senza danneggiare i pendii. Si trova nel quello che era chiamato Porto delle Legna, dove l'Usciana era navigabile e si caricavano i tronchi. Non è la prima volta che troviamo una strada così in questo territorio, ma questa è particolare e ben costruita su esempio di quelle romane che contiene anche elementi di riparazione avvenuta in tempi successivi. La strada - ha aggiunto - dimostra anche che è stata distrutta con l'alluvione del '66. Tutti elementi che approfondiremo nei prossimi mesi, quando impiegheremo diversi gruppi di archeologi e anche un drone per realizzare filmati realistici che mettono in evidenza la struttura. Poi seguiranno attività di documentazione, realizzazione di saggi, restauro e ripristino".


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