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Attualità giovedì 08 giugno 2023 ore 11:10

Albero dei Tutti, in Toscana il simbolo della lotta alla mafia

Firenze ha reso omaggio a tutte le vittime nel 30° anniversario delle stragi mafiose che hanno colpito Firenze, Roma e Milano, un anno dopo Palermo



FIRENZE — Inaugurata, al Giardino dell’Orticoltura del capoluogo toscano, di fronte al Tepidarium del Roster, l’esposizione dell’opera dell’artista Gregor Prugger dal titolo L’albero dei Tutti, i cui rami rappresentano con delle sculture il ritratto delle vittime della mafia, dai troppi poliziotti assassinati ai tanti magistrati, intellettuali, imprenditori e bambini.

Alla cerimonia oltre al Questore Maurizio Auriemma, hanno preso parte le rappresentanze di tutte le Autorità civili e militari, degli Uffizi, della Galleria dei Georgofili, dell’Ateneo fiorentino, il presidente della Fondazione CR Firenze e il curatore generale della Fondazione Falcone Alessandro de Lisi.

“Siamo onorati di poter ospitare anche nella realtà gigliata un così importante e tangibile simbolo dell’impegno nella lotta alla mafia, anche attraverso la memoria e il ricordo indelebile di coloro che hanno perso tragicamente la vita per sua mano. Oggi vedo di fronte a me le rappresentanze di tutte le istituzioni cittadine, unite e insieme determinate a contrastare sempre e ovunque il fenomeno mafioso” ha sottolineato il questore Maurizio Auriemma.

“Quest’opera è divenuta un simbolo, come ago che cuce le memorie dei luoghi, non solamente nel ricordo dei caduti nella lotta alle mafie ma anche quelle delle comunità che la ospitano in questo, lungo il suo viaggio in Italia. Dobbiamo andare avanti, proseguire il lavoro di promozione della memoria e dei valori di giustizia e lotta alle mafie soprattutto verso i giovani, gli studenti, le imprese e le istituzioni: l’arte è la migliore alleata della memoria, quando non è retorica, decorazione, ma si rivela vera, anche attraverso un progetto di comunità. Firenze è una città sorella di Palermo nel dolore e nella rinascita civile, specialmente oggi vogliamo ricordare le sue piccole sorelle Nencioni, assassinate nel 1993, ogni giorno mai dimenticate, togliendo dal linguaggio quell’equivoco di pregiudizio che la mafia è solo una questione meridionale, oggi del tutto inesatto e che non uccide i bambini”, così Maria Falcone, presidente della Fondazione intitolata al fratello Giovanni che non è potuta essere presente a Firenze. 


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