Attualità sabato 21 novembre 2020 ore 13:12
Ambulanti in crisi "Salviamo l'incasso natalizio"
Le associazioni toscane di categoria chiedono la riapertura immediata delle attività non alimentari per salvare gli incassi del periodo natalizio
FIRENZE — Il commercio ambulante dopo il primo lockdown e la riapertura nei mesi estivi attraversa la nuova chiusura del settore non alimentare con ripercussioni su migliaia di famiglie toscane, l'allarme è stato lanciato dalle categorie economiche.
Le due associazioni di categoria Anva Confesercenti Toscana e Fiva Confcommercio Toscana hanno chiesto l’intervento della Regione Toscana presso il Governo. “Abbiamo sempre fatto la nostra parte, nello spirito di servizio che da sempre ci rappresenta. Adesso, però, si tratta di dare a ventimila imprese su area pubblica una prospettiva certa e di aiutarle a riaprire prima possibile, cercando almeno di salvare gli incassi del periodo natalizio" recita una nota congiunta.
La nota prosegue “I mercati paradossalmente sono luoghi tra i più sicuri visto che si svolgono all’aria aperta, se si aggiunge l’applicazione delle norme stabilite nei protocolli di apertura, il rischio è veramente ridottissimo. Casomai, si aumentino i controlli per isolare chi eventualmente non rispetta le regole. Non si può penalizzare un’intera categoria per la negligenza di pochi”.
Le richieste sono due "Riapertura urgente dei mercati: nell’immediato, riapertura anche nelle zone rosse, insieme al settore alimentare, anche del comparto non alimentare per le merceologie consentite ai negozi in sede fissa ovvero piante e fiori, abbigliamento e calzature per bambini, articoli sanitari; successivamente, apertura completa a tutti gli altri settori, con le necessarie accortezze e nel pieno rispetto dei protocolli e che la riapertura avvenga per l’organico completo senza alcuna restrizione numerica".
Una manifestazione di protesta per martedì 24 Novembre è stata annunciata da Alessio Pestelli, presidente di Assidea, l’Associazione di tutela per gli operatori di mercato su area pubblica “Mentre tutte le altre categorie, seppur con limitazioni fortemente penalizzanti possono continuare a lavorare, i mercati all’aperto sono stati incomprensibilmente chiusi, ad eccezione dei banchi di quelli dei generi alimentari. E così, oltre a penalizzare i consumatori che nei mercati, anche in una situazione di crisi diffusa e generalizzata come quella attuale possono trovare in totale sicurezza prezzi più favorevoli, si colpisce un’intera categoria che è drammaticamente messa alla prova e che, con il perdurare di questa situazione, ha le ore contate. Abbiamo cercato dialogo e abbiamo sempre rispettato le disposizioni lavorando in sicurezza. Adesso però diciamo basta, la misura è colma e scendiamo in piazza”.
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