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Attualità sabato 20 aprile 2019 ore 14:21

La bimba lasciata in ospedale cerca una famiglia

In corso l'iter per l'inserimento familiare della piccola lasciata al 'Versilia' dopo il parto. Il Tribunale per i minori: "Non basta la generosità"



FIRENZE — La vicenda della piccola non riconosciuta dai genitori dopo la nascita e lasciata all'ospedale 'Versilia' ha destato grande emozione nell'opinione pubblica. Proprio per fare chiarezza in un clima generalizzato di emotività che rischia di non fare l'interesse della piccola, che oggi ha tre mesi, il Tribunale per i minori di Firenze è intervenuto sulla vicenda con una nota del presidente Luciano Trovato. 

"Accogliere un bimbo con bisogni speciali richiede grande generosità ma questa deve essere accompagnata da molti altri" requisiti come una "grande disponibilità di tempo per l'accudimento, piena consapevolezza dei bisogni speciali che dovranno essere soddisfatti e dell'impegno economico che possono richiedere, vicinanza a centri specialistici, appoggi della famiglia allargata, presenza sul territorio di associazioni relative alla specifica patologia", ha detto Trovato. Si tratta, ha aggiunto, di requisiti che devono essere convalidati e verificati con estrema attenzione dai servizi sociali per evitare che si ripetano casi in cui "i bambini con bisogni speciali sono stati oggetto di ripetuti abbandoni". 

Nei casi come quello della bimba lasciata al Versilia, ha poi aggiunto il presidente Trovato, la Procura e il  Tribunale per i minori "vengono immediatamente informati della condizione dei bambini e si attivano nelle rispettive competenze. In particolare il tribunale dispone per la messa in sicurezza dei bambini, cura la più completa raccolta delle notizie sanitarie, ricerca una possibile collocazione familiare. Su questo ultimo aspetto è intuibile la differenza tra la ricerca mirata di una collocazione familiare ed un appello sulla stampa".

Intanto, nello specifico della piccola di tre mesi, è stata avviata la selezione delle persone che si sono fatte avanti in modo da arrivare "auspicabilmente ad un inserimento familiare in tempi brevi". Nella stessa nota si legge anche che "tutte le persone, single o coniugate, che intendono offrire la propria disponibilità sono invitate a rivolgersi ai servizi sociali del proprio comune, ai centri affido della propria provincia ed alle meritorie associazioni che le raccolgono sul piano nazionale". 


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