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Attualità mercoledì 08 giugno 2022 ore 13:14

Fra siccità e alluvioni "Toscana è la più sicura"

Lo ha detto il presidente di Anbi Toscana al convegno a Palazzo Vecchio per i 100 anni dal congresso di San Donà di Piave sulla bonifica in Italia



FIRENZE — La Regione Toscana investe ogni anno solo per la manutenzione ordinaria 6,5 milioni mentre i Consorzi di Bonifica introitano dagli enti pubblici altri 23 milioni per opere straordinarie, a dirlo è Marco Bottino, presidente di Anbi Toscana, l'associazione che riunisce i consorzi di bonifica, a margine di un convegno organizzato a Palazzo Vecchio in occasione dei 100 anni dal congresso di San Donà di Piave sulla bonifica integrale in Italia. 

"La Toscana - ha detto Bottino - è una regione decisamente avanti dal punto di vista istituzionale e operativo. Naturalmente questo lavoro, purtroppo, stante anche i cambiamenti climatici è destinato non solo a non finire mai, ma anche a mutare nel tempo. Siamo stretti fra le siccità e le alluvioni".

L'Ue aumenta di nove milioni di ettari la superficie agricola coltivabile in Europa, molti dei quali si trovano in Italia e in Toscana

"Il paradosso - ha detto Bottino - è che al momento qua da noi manca l'acqua per irrigare. La nuova frontiera diventa, pertanto, dare un'irrigazione più diffusa e organizzata, accumulando l'acqua piovana raccolta durante l'inverno e utilizzandola nel resto dell'anno".

La risposta secondo Anbi sarebbe quindi negli invasi come quelli di Bilancino e Montedoglio, che recentemente hanno raggiunto livelli "mai visti prima" di riempimento e che rappresentano una fonte preziosa per affrontare l'estate senza attingere alla falda o ai fiumi, con tutto quello che comporta in termini di tutela ambientale. "Sull'irrigazione dobbiamo assolutamente colmare un vuoto gigantesco, pensiamo che in Toscana il 9% di superficie agricola utile è irrigata in modo organizzata". 

Con la Regione sono in corso di sviluppo, in questo senso, ben sei progetti che consentiranno di centrare il traguardo di una gestione efficace dell'acqua anche nel Valdarno e a Pisa.

Una sfida ancora più centrale è poi quella della montagna "Spesso è abbandonata insieme all'agricoltura in queste aree il bosco cresce al ritmo di 13 ettari al giorno, bisogna approfittare del Pnrr" ha concluso Bottino.

Cento anni fa il convegno a San Donà di Piave per una nuova stagione di bonifiche idrogeologiche in Italia

Fu la premessa della successiva legge Serpieri del 1933, che attribuiva una parte fondamentale nella gestione degli interventi ai consorzi di bonifica

Un secolo dopo a Palazzo Vecchio, a Firenze, un altro convegno celebra la preziosa ricorrenza ma si proietta anche sugli obiettivi del prossimo futuro alla luce anche di un momento di svolta di portata epocale come il Pnrr. 

I consorzi di bonifica intendono raccogliere questa sfida dispiegando una capacità progettuale notevole: a fronte di 880 milioni stanziati dal piano nazionale di ripresa e resilienza, i progetti stilati hanno un controvalore di 1,6 miliardi. 

"Siamo pronti a raddoppiare i progetti, vogliamo e chiediamo attenzione alle istituzioni- ha detto Massimo Gargano direttore generale dell'associazione nazionale dei consorzi di gestione e tutela del territorio e delle acque irrigue - Questo è il momento in cui il Paese deve unirsi rispetto a degli obiettivi che possono trasformarlo profondamente in meglio dobbiamo uscire da questa vicenda migliori di come ci siamo entrati. Esiste questa percezione nell'opinione pubblica, nel governo, auspichiamo che ci sia anche in tutta la stratificazione istituzionale di questo Paese. Possiamo rispondere a politiche di adattamento ai cambiamenti climatici. Possiamo oggettivamente fare moltissimo per rendere migliore l'utilizzo della risorsa acqua utile a quel cibo che è un'esigenza per i cittadini. I consorzi stanno facendo moltissimo, il piano laghetti che abbiamo lanciato insieme a Coldiretti, attraverso progetti esecutivi avanzati, intende trattenere l'acqua in eccesso per averla a disposizione quanto manca. È la missione del futuro".


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