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QUI ambiente domenica 10 ottobre 2021 ore 08:00


I siti inquinati da bonificare in Italia - MAPPE

I dati del primo rapporto del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente. Circa 35mila i siti censiti di cui oltre 16mila con un procedimento



FIRENZE — Nel marzo scorso il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente nel marzo 2021 ha pubblicato il primo rapporto su “Lo stato delle bonifiche dei siti contaminati in Italia“, inerente i siti di interesse regionale e locale. 

Si tratta di siti, potenzialmente o effettivamente inquinati, per i quali le amministrazioni locali o regionali accertano se sono necessari interventi di bonifica o di messa in sicurezza, per tutelare l’ambiente e la salute delle persone.

A fine 2019 i siti censiti erano circa 35mila di cui poco più di 16mila con un procedimento in corso. Per quelli conclusi gli interventi di risanamento erano stati necessari solamente in circa il trenta per cento dei casi.

Per quanto riguarda, invece, quelli attualmente attivi, il dato nazionale mostra un sostanziale equilibrio tra i siti in attesa di accertamenti 6.196 (35%), quelli potenzialmente contaminati (33%) e quelli contaminati (29%). Per gli oltre 4.500 siti di cui è stata accertata la contaminazione, in 2.505 casi (53,4%) è stata approvata la proposta di bonifica / messa in sicurezza da effettuare, in 679 casi (14,5%) la bonifica / messa in sicurezza è stata conclusa e si è in attesa di certificazione.

Va sottolineato che le bonifiche dovrebbero essere effettuate a carico di chi ha prodotto l’inquinamento, ma troppo spesso si tratta di aree inquinate da attività svolte da imprese non più operanti, magari fallite. Ed allora l’onere di interventi ricade sull’amministrazione pubblica. Il legislatore dovrebbe intervenire, stabilendo che quando una attività cessa, il proprietario debba provvedere alla verifica dello stato dei luoghi per certificare l’assenza di situazioni inquinanti (con la verifica da parte delle ARPA).

D’altra parte la bonifica di siti inquinati costituisce una opportunità di lavoro, di recupero di territorio da riutilizzare, di risanamento per la salvaguardia dell’ambiente e della salute; investire per effettuare le bonifiche dovrebbe costituire un capitolo importante della “transizione ecologica” di cui oggi si parla.

Marco Talluri
© Riproduzione riservata


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