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Lavoro mercoledì 24 febbraio 2016 ore 14:15
Giornalismo radio, c'è vita su Marte
Indagine dell'Assostampa sulla situazione lavorativa di chi fa informazione via radio. Solo 29 i giornalisti assunti su 50 emittenti prese in esame
FIRENZE — La radio è viva e vivace, il giornalismo radiofonico meno. E' un report dai dati contrastanti quello sulla condizione lavorativa dei giornalisti radio stato presentato questa mattina nella sala Gonfalone della Regione Toscana.
Nell'analisi curata da Assostampa con il supporto del Corecom, il primo dato che salta all'occhio è il numero dei giornalisti assunti dalle 50 radio toscane: sono 29 di cui 13 nella provincia di Firenze mentre ci sono aree, come quelle di Arezzo e Pistoia, in cui non sono risultati giornalisti assunti nelle redazioni radio. Addirittura in un caso c'è chi accede ai contributi pubblici pur non avendo nessuna figura regolarizzata ma 29 contratti part-time.
Il presidente del consiglio regionale Eugenio Giani ha commentato: “Ci vuole una politica da Jobs act. Il fatto che ci sia un numero basso di assunti lascia ipotizzare che ci si affidi molto alle collaborazioni occasionali”. Giani ha definito interessante il fenomeno delle radio: “Sono una delle forme di informazione più efficaci di oggi. Quindi dobbiamo sicuramente incrementare il livello di comunicazione via radio delle notizie degli organi costituzionali, anche della Regione”.
I dati estrapolati da Corecom sono stati raccolti intervistando e contattando le redazioni, qualcuna si è resa disponibile, altre no: “Sarebbero venute fuori anche radio nazionali che non hanno assunti - ha detto Sandro Bennucci, presidente toscano di Assostampa, ma sono cose da verificare e dimostrare. Da parte del sindacato c'è la voglia di aiutare i colleghi”.
Chiara Brilli, presidente della commissione radio tv di Assostampa: “Questo report è il primo, non solo in Toscana. Non abbiamo dati precedenti. C'è stata una stagione virtuosa, con molte assunzioni con il contratto Aeranti Corallo. Adesso è finita e la situazione di precarietà è evidente. Dobbiamo ripensare anche le rappresentanze sindacali che sono in molti casi assenti”. Per il futuro Brilli ha spiegato: “Quest'anno il tavolo della comunicazione riunirà a discutere i sindacati, le istituzioni e gli imprenditori”. In quella sede verrà valutato lo stato di salute del giornalismo radio e le eventuali contromisure.
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