L'assedio di Grassi per gli scontrini di Renzi

Dopo 25 ore di protesta per la trasparenza, il consigliere comunale di Sel a Firenze, Tommaso Grassi, ha dovuto lasciare Palazzo Vecchio

FIRENZE — "Sono stato costretto - spiega - perché ad un certo punto sono stati chiusi i bagni ed è stato impedito agli altri consiglieri di portarmi acqua e cibo".

Tommaso Grassi, che, riferisce lui, è stato anche denunciato per occupazione abusiva, ha cominciato la sua protesta sabato mattina con un flash-mob all'insegna degli hashtag, già diffusi sui social network, #gliscontrini #escili, rivolto al premier Matteo Renzi e all'amministrazione comunale di Firenze.

Insieme ai compagni del gruppo consiliare "Firenze Riparte a Sinistra", Donella Verdi e Giacomo Trombi, ha mostrato scontrini giganti, davanti a Palazzo Vecchio per sollecitare il Comune a dare accesso ai dati, una richiesta avanzata da tempo "ma senza alcun esito, finora", ha spiegato.

Il consigliere di Sel, attrezzato con sacco a pelo, lenzuoli e una lampada da campo, si è poi posizionato davanti all'anticamera del direttore generale del Comune di Firenze. Domenica, però, vista l'impossibilità di accedere ai bagni e di avere acqua e cibo, ha rinunciato a proseguire con la protesta.

"La legge mi consente di accedere a questi luoghi del Palazzo in cui esercito le funzioni di Capogruppo e sono stato lì, per quanto mi riguarda, in piena regolarità".

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