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Attualità lunedì 08 gennaio 2018 ore 16:48

Nomine in sanità, scoppia il caso Calamai

Monica Calamai

Il nuovo incarico nell'assessorato alla salute dell'attuale dg di Careggi è stato annunciato a bando di selezione ancora aperto. Opposizioni scatenate



FIRENZE — Durissime reazioni politiche alla decisione del governatore della Toscana Enrico Rossi di affidare a Monica Calamai, finora direttore generale dell'ospedale di Careggi, la Direzione diritti e coesione sociale della Regione, mettendo al suo posto Rocco Damone, attuale dg della programmazione dell'area vasta Toscana Centro. Non per la sostanza del provvedimento ma per la tempistica: il nuovo incarico a Calamai è stato annunciato il 5 gennaio scorso, a margine del comunicato dell'ufficio stampa della Regione sul nuovo incarico di Damone. Ma per ricoprire il nuovo posto affidato a Calamai, a dicembre l'ente aveva aperto una selezione pubblica i cui termini scadono il prossimo 15 gennaio. E la comunicazione ufficiale con il bando ancora aperto è stata giudicata dalle forze di opposizione una scelta a dir poco inopportuna.

"La girandola di sostituzioni ai vertici della sanità toscana è un'ammissione del fallimento della riforma - hanno scritto in una nota i consiglieri regionali di Sì Toscana a sinistra Paolo Sarti e Tommaso Fattori - La nomina di Monica Calamai è stata annunciata a bando ancora aperto, il che è del tutto inopportuno: una fretta che rivela la necessità di rimuoverla dall’incarico di direttrice generale di Careggi. Il nuovo ruolo alla direzione per la Coesione sociale è, di fatto, una bocciatura, quantomeno in termini di visibilità”.

“A questo punto o la selezione pubblica verrà ritirata nell’imbarazzo generale o il suo esito potrà essere impugnato da ciascun partecipante che arriverà dopo la vincitrice - ha scritto invece il consigliere del M5S Andrea Quartini - In un paese normale il presidente della Regione si sarebbe scusato con la cittadinanza e avrebbe fatto un passo indietro. Ci auguriamo lo faccia, magari dopo il Consiglio regionale di martedì durante il quale dovrà spiegarci di persona tutti i termini di questo scandalo toscano”.

Anche il capogruppo della Lega Nord Manuel Vescovi e quello di Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli hanno annunciato un'interrogazione sull'argomento.

Dal canto suo il governatore Enrico Rossi ha ribadito in una nota che le nomine in sanità sono una sua prerogativa prevsta dala legge.

"E' mia prerogativa e responsabilità esclusiva, ai sensi della legge, procedere alla nomina del direttore generale e dei direttori delle direzioni regionali - si legge in una nota del presidente della Regione - Senza ipocrisia e in trasparenza ho reso pubblica, con un comunicato condiviso con il rettore dell'Università di Firenze e con l'assessora regionale, la mia intenzione di nominare la dottoressa Monica Calamai che, per la sua competenza, esperienza e conoscenza del sistema sanitario toscano, allo stato, ritengo la più adeguata a ricoprire il ruolo di direttore regionale della Direzione diritti di cittadinanza e coesione sociale".

"Ho ritenuto anche opportuno promulgare un avviso, non certo un concorso, che non è previsto, per verificare se ci fossero candidature migliori - ha scritto ancora Rossi - Questo comportamento è cristallino; non ho negato quello che penso, e con prudenza e scrupolo ho voluto allargare lo sguardo ad altre eventuali possibilità. Tutto alla luce del sole, che evidentemente acceca alcuni. Ho seguito questo metodo in altre analoghe situazioni con risultati che giudico positivamente anche in base alle annuali valutazioni effettuate con criteri oggettivi. Mi riservo quindi di procedere alla nomina appena sarà chiuso l'avviso".

"Invece, per quanto riguarda la eventuale nomina del direttore di Careggi – prosegue Rossi - la legge mi obbliga a raggiungere l'intesa con il rettore dell'Università di Firenze, professor Luigi Dei. Intesa che, allo scopo di accelerare i tempi, è stata preventivamente raggiunta in un incontro cui ha partecipato anche l'assessora Stefania Saccardi". "Infine, per la nomina dei direttori delle Aziende sanitarie e ospedaliere, a differenza di quanto avviene per i direttori della Regione Toscana – conclude Rossi - sono tenuto ad inviare le proposte alla commissione consiliare regionale per l'espressione del parere".


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