Attualità domenica 22 settembre 2019 ore 14:59
Pestaggio in carcere, sconcerto dei sindacati
Le organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria chiedono di fare chiarezza sul detenuto pestato a San Gimignano. Il sindaco: "Struttura carente"
FIRENZE — L'inchiesta della procura di Siena sul presunto pestaggio nel carcere di un detenuto tunisino per il quale sono finiti sotto inchiesta quindici agenti di polizia penitenziaria, ha subito sollevato polemiche e richieste di fare piena luce su un episodio di estrema gravità.
A muovere questa richiesta sono per primi i sindacati di polizia penitenziaria. Il Sappe, per voce del segretario generale Donato Capece, ha invitato "a non trarre affrettate conclusioni prima dei doverosi accertamenti giudiziari. Noi confidiamo nella magistratura perché la polizia penitenziaria, a San Gimignano come in ogni altro carcere italiano, non ha nulla da nascondere". Capece ricorda anche che obiettivo del Sappe è da sempre "rendere il carcere una 'casa di vetro' cioè un luogo trasparente dove la società civile deve vederci chiaro".
"Subito verità" è anche la richiesta del segretario della UILPA Polizia Penitenziaria Gennarino De Fazio. "Sono pesantissime le accuse mosse nei confronti di alcuni appartenenti al Corpo di Polizia penitenziaria in servizio presso la Casa di Reclusione di San Gimignano, motivo per il quale siamo i primi a chiedere agli inquirenti, nei quali riponiamo incondizionata fiducia, e ai vertici del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria di accertare con celerità i fatti realmente accaduti e fare chiarezza".
Il sindaco di San Gimignano Andrea Marrucci è intervenuto con una nota dicendo che "da troppo tempo la casa di reclusione è abbandonata al suo destino, senza direzione stabile e da mesi senza comandante e vicecomandante del corpo di polizia penitenziaria". Il sindaco ricorda di aver già presentato "insieme alla parlamentare Susanna Cenni" una lettera al ministro.
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