Attualità venerdì 16 dicembre 2022 ore 11:50
Corruzione, droga e nuove schiavitù, così il crimine in Toscana
E' stato presentato in Regione il sesto Rapporto su criminalità organizzata e corruzione in Toscana realizzato dalla Scuola Normale Superiore di Pisa
FIRENZE — Toscana crocevia di traffici di droga, eroina in particolare, e di nuove schiavitù, con la corruzione che avanza mentre le organizzazioni criminali caratterizzano la loro presenza sul territorio nel quadro della cosiddetta "variante toscana": è quanto emerge dal sesto Rapporto su criminalità organizzata e corruzione in Toscana, che elabora dati 2021 e che è stato presentato stamani a Firenze in palazzo Sacrati Strozzi.
Il rapporto è stato realizzato dai ricercatori della Scuola Normale Superiore di Pisa in virtù di un accordo di collaborazione tra la Scuola stessa e la Regione Toscana, e rende conto dei 45 principali episodi di proiezione criminale e delle loro caratteristiche, individuando un salto evolutivo nelle dinamiche legate alla 'ndrangheta.
Non solo, perché lo studio mette a fuoco un rischio elevato di "trapianto organizzativo" di gruppi di origine camorristica, l'alta presenza di forme di criminalità economica, la proiezione nei settori di economia legale con prevalenza degli investimenti nel settore privato rispetto alla più tradizionale penetrazione nel mercato dei contratti pubblici.
Insomma, il crimine organizzato e non matura nel tempo una capacità di penetrazione sempre più evidente, anche in settori e distretti produttivi rilevanti come tessile, conciario e rifiuti.
I numeri del crimine in Toscana
Sono state 8.206 le segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio (+22,6% rispetto al 2020), con la Toscana che diventa l'ottava regione italiana per il loro numero e Firenze che è la prima realtà in Toscana. Le società interdette per mafia sono state 29 con una leggera diminuzione rispetto al 2020.
Quanto ai fenomeni di potenziale corruzione, vengono individuati 39 episodi. Prendendo in considerazione gli ultimi 6 anni, si spiega, quasi un terzo rivela casi di "corruzione sistemica" caratterizzata da un ampio numero di attori coinvolti, circa la metà dei casi riguarda la "corruzione consuetudinaria", praticata cioè in ambiti più circoscritti di attività politico amministrativa e con un numero limitato di attori coinvolti. Un terzo dei casi infine è infine riconducibile alla cosiddetta "corruzione occasionale".
Diminuiscono, anche se di poco (da 3.777 a 3.659) i procedimenti per reati contro la Pubblica amministrazione, ponendo la Toscana all'11° posto su scala nazionale, mentre per peculato è la 2a regione in Italia.
Gli episodi di corruzione generica sono quintuplicati, passando da 5 a 26. Aumentano le turbative d'asta, raggiungendo i 6 episodi. Il settore degli appalti si conferma come quello più a rischio corruzione. Guardando avanti, la preoccupazione riguarda l'afflusso delle risorse del Pnrr.
La droga e le nuove schiavitù
La Toscana è al 5° posto in Italia per quantità di eroina sequestrata, e il mercato della droga in generale rappresenta il principale e più fiorente affare illegale, per altro in continua evoluzione. E anche per le droghe sintetiche è in posizione primaria nello scenario nazionale. Il porto di Livorno si conferma il terzo scalo nazionale per cocaina sequestrata.
Il fenomeno della tratta di esseri umani e delle nuove schiavitù presenta contorni diversificati e molteplici canali di sfruttamento: dalla prostituzione al lavoro forzato, da attività illegali coatte (spaccio di droga, furti, borseggi) all'accattonaggio per conto terzi, dai matrimoni forzati a quelli servili, sino all'espianto e al traffico di organi.
L'analisi dei dati
“La Toscana – spiegano Donatella Della Porta e Salvatore Sberna della Scuola Normale Superiore di Pisa – si è scoperta vulnerabile in questo trentennio di ricorrenti crisi che si sono succedute colpendo in fasi distinte i diversi settori dell’economia e della società toscana. Nessun territorio è stato risparmiato dall’impatto di questi cambiamenti, ma in alcuni di questi alle crisi è corrisposto un complessivo declino dei sistemi produttivi locali e del loro tessuto sociale, mettendo in discussione modelli, apparentemente resilienti, perché capaci un tempo di coniugare sviluppo locale e capitale sociale".
"Il rapporto di quest'anno - proseguono i ricercatori - mostra come le mafie e la corruzione sfruttano queste vulnerabilità, accelerando e aggravando gli effetti negativi di queste crisi, da qui l'esigenza di attivare nuovi meccanismi di accountability sociale che alimentino processi di monitoraggio civico dal basso”.
"Il pericolo cresce, ma cresce anche la nostra attenzione a tenere sempre alta la guardia", commenta l’assessore regionale alla cultura della legalità, Stefano Ciuoffo richiamando l'impegno sulla capacità di contenimento e contrasto dei fenomeni criminali, tra l'altro con la valorizzazione e il riuso a fini sociali dei beni sottratti alle mafie.
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