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Monitor Consiglio martedì 17 gennaio 2023 ore 22:06 Spazio a cura dei gruppi politici del Consiglio regionale della Toscana

Termovalorizzatore di Livorno, il futuro resta ignoto

Marco Landi
Marco Landi

"Se poi decine di lavoratori perderanno il lavoro o se decine di migliaia di famiglie e imprese vedranno aumentare le tariffe, al Pd poco importa"



FIRENZE — “Il destino del termovalorizzatore di Livorno merita maggiore trasparenza e chiarezza, da parte di tutte le istituzioni e tutti gli enti. E invece continuiamo ad assistere a un preoccupante balletto di notizie e di indiscrezioni, senza che nessuno, neanche la Regione, dica una parola definitiva”. Lo afferma il portavoce dell’Opposizione in Consiglio regionale Marco Landi, commentando la risposta a una sua interrogazione a risposta immediata sul piano dei rifiuti della Regione Toscana e sulla programmata chiusura dei termovalorizzatori di Livorno e Montale. Interrogazione a cui ha dato risposta l’assessore all’Ambiente Monia Monni.

“Sono anni che sentiamo dire che siamo prossimi a leggere il Piano dei rifiuti e delle bonifiche - prosegue Landi - E sono anni, almeno cinque, che questo atto di straordinaria importanza sotto l’aspetto ambientale, occupazionale ed economico resta un’incognita. Come ignoto resta il futuro del termovalorizzatore di Livorno. Non una parola sulle sorti dei lavoratori, non una parola su dove andranno a finire i rifiuti adesso destinati al Picchianti, non una parola sull’impatto sulle tariffe già alte che gravano sulle famiglie e sulle imprese” prosegue il portavoce dell’Opposizione. 

“L’unica preoccupazione della Giunta è che i rifiuti che non saranno più trattati a Livorno non finiscano in discarica - conclude Landi - Se poi decine di lavoratori perderanno il lavoro o se decine di migliaia di famiglie e imprese vedranno aumentare le tariffe, evidentemente al Pd poco importa. Alla Lega e al centrodestra sì. Le politiche dei rifiuti sono di competenza regionale, ed è la regione a doversi prendere la responsabilità della scelta. E per noi la scelta è che prima di dismettere l’impianto sia garantito il livello occupazionale e quello delle già alte tariffe”.


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