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Attualità lunedì 24 agosto 2020 ore 13:50

Trasporto scolastico e distanze, rientro nel caos

Lettera di Regione, Anci e Upi Toscana al Governo. "Con le regole dell'ultimo decreto impossibile far fronte alla domanda"



FIRENZE — Il rientro a scuola a Settembre è ancora tutto un'incognita anche sul fronte del trasporto scolastico. Le ultime regole imposte dal Governo per prevenire (e limitare) il contagio da Covid-19, infatti, per Regione Toscana ed enti locali rende non sostenibile la prevedibile alta domanda da parte degli studenti e delle loro famiglie. Per questo Anci Toscana e Upi, insieme alla Regione, hanno scritto una lettera al presidente del Consiglio e ai minsitri dell’istruzione, della salute, dei trasporti. 

Oggetto della missiva sono, appunto, le difficoltà che l'ultimo decreto, quello dell'8 Agosto scorso, ha creato al trasporto scolastico. Da qui la richiesta di chiarimenti e, soprattutto, di deroghe che permettano agli studenti di viaggiare, con mascherina, a bordo dei mezzi pubblici ad una distanza analoga a quella che viene accettata in classe.

Nella lettera si legge che "sul tema del trasporto pubblico per gli studenti che devono raggiungere le sedi degli istituti scolastici, in Toscana è stato fatto, nei mesi scorsi, un lavoro importante, fino alla faticosa individuazione di un assetto organizzativo nuovo che, utilizzando tutte le risorse di mezzi e di persone disponibili sul territorio poteva consentire di dare agli studenti e alle loro famiglie risposte coerenti con le esigenze scolastiche. Questo fino all'entrata in vigore del DPCM dello scorso 8 agosto. Le nuove regole previste dal DPCM in tema di distanziamento anche a bordo dei mezzi di trasporto pubblico rende assolutamente non sostenibile la prevedibile domanda da parte degli studenti, se non sarà modificato il modello organizzativo degli istituti scolastici, soprattutto in riferimento agli orari di afflusso alle scuole".

La preoccupazione degli enti locali è di non riuscire a "dare le risposte attese" alle famiglie. Anche perché, si legge ancora, il numero dei mezzi disponibili, nonostante sia stato autorizzato l'impiego anche di bus turistici e ncc, non basa a coprire la domanda per l'obbligo di utilizzare spazi tra il 50 e il 60 per cento della capienza totale. Questo, appunto, per mantenere le distanze previste dalle norme anti-contagio.

"Sarebbe per noi difficile comprendere e spiegare ai cittadini per quale motivo si pensa a deroghe che consentano agli studenti di sedere per ore a meno di un metro quando sono in classe; e non si consenta, invece, sempre con l'uso della mascherina, di sedere alla stessa distanza su un bus o su un treno", si conclude la lettera.


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