Attualità martedì 13 agosto 2019 ore 12:55
"L'AV ferma i treni regionali, Toninelli si muova"
Nuova lettera al ministro dall'assessore regionali ai trasporti Ceccarelli: "I pendolari penalizzati dal proliferare dei treni dell'alta velocità"
FIRENZE — Una nuova lettera in arrivo dalla Toscana è finita sulla scrivania del ministro dei trasporti Danilo Toninelli. Come se i grattacapi causati dalla crisi di governo non bastassero: proprio sul tavolo del ministro c'è il dossier TAV che ha fatto da detonatore alla crisi di governo la settimana scorsa.
L'alta velocità, in realtà, c'entra anche con la missiva scritta dall'assessore toscano ai trasporti Vincenzo Ceccarelli visto che il problema è proprio il proliferare di treni AV che costringe i treni regionali a cambiare in continuazione gli orari creando non pochi problemi ai pendolari: "Da mesi - scrive Ceccarelli - continuo a recepire segnalazioni da parte di cittadini e di amministratori pubblici che evidenziano i danni prodotti dal proliferare sfrenato dei servizi ad alta velocità. Ad ogni cambio di orario i servizi regionali del Nodo fiorentinob si piegano alle esigenze dell'AV".
Questo, aggiunge Ceccarelli, crea anche problemi al "sistema integrato ferro-gomma" sul quale la Toscana punta da tempo. Con la conseguenza che "i treni modificati nell'orario non si contano più, da quelli come il 6604 Chiusi CT-Pistoia, che dal Valdarno porta a Firenze quasi un migliaio di persone, a treni apparentemente meno significativi, come il 6583 Prato Centrale-Firenze Campo Marte, che, posticipato di soli 5 minuti, ha messo in crisi decine di lavoratori impossibilitati ad entrare in orario al lavoro".
L'assessore fa riferimento alla lettera inviata già a giugno a Toninelli alla quale, spiega, "non ho ricevuto, come di consueto, alcuna risposta".
"Se il ministero continuerà ad essere sordo rispetto alle nostre sollecitazioni e le autorità competenti continueranno a consentire questo che ormai è lecito definire un sopruso ai danni dei più deboli - fa sapere Ceccarelli - credo che non resterà altro da fare se non assumere iniziative meno istituzionali, per essere ascoltati".
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