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Attualità lunedì 17 ottobre 2016 ore 16:14

​Una legge contro l'invasione dell'inglese

Alessandro Urzì, Fabrizio Di Stefano e Gianni Alemanno

Agli Stati Generali della lingua Italiana il leader di Azione Nazionale Gianni Alemanno ha presentato una proposta di legge per fermare gli anglicismi



FIRENZE — Non è un caso che siano stati gli Stati Generali della Lingua Italiana a Firenze l'occasione scelta per la presentazione della proposta di legge.

Il testo, presentato dal leader di Azione Nazionale Gianni Alemanno, dal consigliere della Regione Autonoma Trentino Alto Adige Alessandro Urzì e dal deputato di Forza Italia Fabrizio Di Stefano, primo firmatario, intende garantire l'uso corretto dell'italiano nell'informazione e comunicazione, nelle attività scolastiche e accademiche, nei rapporti di lavoro pubblici e privati, e posta anche a tutela dell'adozione di toponimi conformi alle tradizioni e agli usi locali.

Il problema è costituito dagli oltre 4mila anglicismi che sono entrati nell'italiano corrente. Per frenare il fenomeno, l'idea è quella di inserire l'italiano all'interno della definizione di patrimonio culturale dettata dal Codice dei beni culturali e del paesaggio, oltre a fissarne con varie modalità l'utilizzo nelle varie dinamiche della vita sociale.

Tra le misure del disegno di legge anche l'istituzione del Consiglio superiore della lingua italiana, con il compito di svolgere attività di "formazione della coscienza linguistica a tutti i livelli", ed una "clausola di salvaguardia", a protezione dei toponimi italiani, "resa necessaria", è stato detto durante la presentazione, "per contrastare il tentativo condotto nella provincia autonoma di Bolzano di cancellare centinaia di toponimi di lingua italiana, squilibrando il bilinguismo della zona in favore del tedesco". 

La proposta di legge ora sarà consegnata anche all'Accademia della Crusca.

L'ex sindaco di Roma in piazza Signoria ha anche esposto uno striscione di protesta durante gli Stati Generali della lingua italiana in Palazzo Vecchio. "Renzi - ha detto Alemanno - non si può presentare qua come difensore della lingua italiana: è stato il primo a dare un nome inglese a una legge italiana, il Jobs act".


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