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Attualità sabato 30 gennaio 2021 ore 09:54
“Alberghi all'asfissia, senza turismo si muore”
Federalberghi Firenze ha lanciato una petizione per chiedere il sostegno delle imprese che non riescono a sostenere i costi a porte chiuse
FIRENZE — Le perdite di fatturato oltre l’80 per cento non consentono di sostenere i costi neanche a locali chiusi, è il grido di allarme delle circa 600 imprese alberghiere della sola area metropolitana fiorentina.
“Non si vive di solo turismo, ma senza turismo Firenze non può vivere" sono state le parole del presidente di Federalberghi Firenze, Francesco Bechi.
"Ora le aziende che sono fulcro del sistema dell’accoglienza, cioè le strutture ricettive alberghiere, devono fare i conti con una crisi mai vista, che ha determinato il crollo del fatturato fino a oltre l’80%. Si parla di circa 600 imprese solo nell’area metropolitana fiorentina, che sono ormai all’asfissia perché non hanno i mezzi per far fronte a questa situazione, mentre dal Governo non sono arrivati ristori adeguati rispetto ai mancati incassi e ai costi che come albergatori siamo chiamati a sostenere, anche a locali chiusi".
Per questo Federalberghi ha promosso una petizione. Tra le richieste avanzate ci sono "il riconoscimento di ristori efficaci, che ristabiliscano equità per l’anno 2020 e accompagnino le imprese anche nei mesi a venire; interventi sulla liquidità (proroga delle rate dei mutui e concessione di prestiti ventennali); esonero per il 2021 dal pagamento delle imposte (in primis, Imu, Tari e canone Rai); sostegno alle imprese in affitto per il pagamento del canone di locazione; riduzione dell’aliquota Iva al 5% in analogia con quanto avvenuto in altri Paesi europei; sgravi contributivi per le imprese che richiamano in servizio il personale e sostegno al reddito per i lavoratori che rimangono disoccupati o sospesi; incentivi per la riqualificazione delle strutture ricettive".
“Il Comune si è mosso ma i risultati purtroppo sono scarsi. Perché servono risposte nazionali. Come per la Tari, ridotta in modo esiguo solo per la parte variabile, quella relativa ai consumi, che non è niente rispetto ai cosiddetti costi fissi, che noi continuiamo a pagare anche se siamo chiusi. Molte imprese non sono riuscite a far fronte alla scadenza del pagamento, non certo per loro volontà, e così adesso rischiano di incappare anche nella mora” ha concluso il presidente.
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