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Attualità giovedì 21 gennaio 2021 ore 15:10

"Fs vuole dismettere le officine di Osmannoro"

La Cisl ha lanciato l'allarme sulla salvaguardia dell'attività delle officine Osmannoro con un appello alla Regione ed ai parlamentari toscani



FIRENZE — La Cisl Toscana ha lanciato un grido di aiuto sul rischio di dismissione delle officine Osmannoro dove allo stato attuale sono impiegati 156 operai, erano 220 nel 2018. 

“Le Ferrovie puntano a esternalizzare la manutenzione ciclica dei nuovi treni Rock e Pop ed a dismettere progressivamente la manutenzione ciclica dei treni effettuata nelle officine di Osmannoro. E ciò in spregio a quanto affermato ufficialmente nel 2018, ma smentito dai fatti” questa è l’accusa rivolta al gruppo Ferrovie dello Stato dal segretario generale aggiunto Cisl Toscana Ciro Recce e dal segretario Fit-Cisl Toscana Stefano Boni.

Il timore del sindacato è che l’obiettivo dei vertici Fs sia quello di esternalizzare tutte le lavorazioni verso ditte private, mettendo a repentaglio non solo l’Officina ma anche la direzione tecnica di Firenze da cui dipende la manutenzione ciclica di tutti i treni di Trenitalia. Da qui l'appello alla Regione e ai parlamentari toscani affinché "Si adoperino per salvaguardare questa realtà nata e cresciuta a Firenze ed evitare la doppia beffa di uno spreco di denaro pubblico e della perdita di 200 posti di lavoro altamente specializzati".

Boni ha ricordato “Nel 2018 l’Ad di Trenitalia comunicò alle segreterie sindacali nazionali che l’impianto di “manutenzione ciclica delle carrozze media distanza” di Osmannoro si sarebbe occupato delle lavorazioni cicliche dei treni Vivalto della Toscana, per poi convertirsi, dal 2024, alla manutenzione dei carrelli e dei componenti dei treni Rock; nel frattempo si sarebbero fatti gli investimenti tecnologici necessari per i nuovi treni, circa 15 milioni di euro. Una linea confermata dai vertici di Trenitalia anche durante la visita a Osmannoro del sottosegretario ai Trasporti e Infrastrutture, il 20 settembre 2018, con l’assicurazione che l’officina non avrebbe perso occupazione. L’indirizzo perseguito in questi due anni è stato però il contrario: niente investimenti, niente prospettive, riduzione dell’occupazione. E nel 2020, sfruttando l’attenzione di tutti concentrata sulla pandemia, Trenitalia ha accelerato la dismissione. Attualmente a Osmannoro si lavora solo sulle 600 carrozze media distanza rimaste, sapendo che a metà 2021 queste lavorazioni termineranno; nel frattempo i 220 addetti del 2018 si sono ridotti a 156, mentre sono raddoppiati i lavoratori di ditte esterne. Non c’è alcuna guida, né certezza del lavoro che si andrà a fare; il senso di abbandono è tale che diversi lavoratori hanno fatto domanda di trasferimento.”

Ciro Recce ha aggiunto "Sarebbe una scelta sbagliata e controproducente. Le professionalità e le competenze che si sono sviluppate nel corso degli anni a Firenze, con circa 200 lavoratori fra ingegneri e diplomati, esperti di manutenzione e ingegneria ferroviaria sul materiale rotabile, vanno salvaguardate e ancor più sviluppate. Così come vanno salvaguardati gli investimenti fatti a Osmannoro, dove ha sede una delle più moderne officine d’Italia, pagata con soldi pubblici.” 

“Oltretutto consegnare tutta la manutenzione a ditte esterne creerebbe un vulnus irrimediabile: a quel punto Trenitalia sarebbe in mano alle imprese che detterebbero i tempi e i costi delle riparazioni” ha sottolineato infine Boni.


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