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Lavoro lunedì 14 novembre 2022 ore 14:09

Imprese alimentari domestiche, il nuovo lavoro che arriva dal passato

La presidente dell'Associazione imprese alimentari domestiche spiega cosa sono, come nascono e come si sono affermati i laboratori artigianali in casa



FIRENZE — Nel 2022 l'Italia ha scoperto le imprese alimentari domestiche che già esistevano ma con la crisi pandemica prima ed energetica poi hanno riscosso sempre più successo ed interesse.

Nate in famiglia e cresciute con il passaparola sono oggi delle attività legalmente riconosciute che rappresentano una fonte di reddito nel settore dell'artigianato gastronomico. Tra le regioni maggiormente rappresentate c'è anche la Toscana dove soprattutto le donne sono state pioniere. 

Cosa sono, come nascono e perché le imprese alimentari domestiche sono diventate un fenomeno nazionale lo abbiamo chiesto Pratizia Polito, presidente di Iad Italia, l'Associazione delle Imprese Alimentari Domestiche nata nel 2017.

"L'Associazione è nata per necessità - racconta Patrizia, entusiasta del percorso personale e professionale di Iad - ci siamo infatti rese conto che c'erano pochissime informazioni reperibili mentre erano tante, invece, le nostre domande su cosa si poteva e doveva fare per avviare una attività alimentare che permettesse di vendere prodotti fatti in casa. Mano a mano che trovavamo informazioni le abbiamo divulgate e così che ci siamo riunite, inizialmente attraverso Facebook e poi è nata l'associazione. Oggi è composta da una rete di consulenti, principalmente esperti di Haccp, perché tutto parte da una Scia da presentare in Comune. Una attività legalmente riconosciuta dall'Unione europea fin dal 2004, che prevede la possibilità di realizzare prodotti in laboratori domestici che devono sottostare a precise regole come la Segnalazione Certificata di Inizio Attività. Abbiamo Partita Iva e siamo iscritte alla Camera di Commercio come artigiani, insomma paghiamo le tasse sui nostri laboratori domestici alimentari".

Quali sono i vantaggi che offre una Iad?

"Aprire una attività presuppone un investimento economico che molte persone, soprattutto negli ultimi tempi, difficilmente possono permettersi. Parliamo di individuare un locale da affittare per non parlare delle utenze e di tutte le spese correlate che poi si traducono nell'attesa dovuta alla burocrazia. Una Iad prevede un investimento contenuto con rischi imprenditoriali ridotti, e tempi di partenza rapidi, un paio di mesi dovuti principalmente alla Scia. Le attrezzature, invece, si hanno già in casa. Inoltre si possono conciliare perfettamente lavoro e famiglia. E se l'attività ingrana, funziona in termini economici, nulla toglie di ampliare l'attrezzatura o di trasformare la start up in una attività su strada. E' già accaduto in questi pochi anni".

Abbiamo toccato un punto dolente della imprenditoria italiana, qual è stata la vostra esperienza con la burocrazia?

"Siamo incappate in alcune amministrazioni locali che, forse a causa della novità della materia, hanno messo paletti e fatto richieste abbastanza sorprendenti... una su tutte sono le modifiche urbanistiche sulle abitazioni. Dovrebbe apparire ovvio come cambiare la destinazione d'uso di una abitazione privata imporrebbe poi il vincolo di non poterla utilizzare per viverci. A quanto pare così ovvio non è, ma ci abbiamo lavorato e ci lavoriamo con i nostri consulenti. Un altro esempio è che dal 2017 esiste una unificazione nella modulistica della Scia che prevede la micro impresa domestica e dal punto di vista igienico sanitario sono riconosciute, ma c'è chi non si è accorto del quadratino da spuntare. Ad onore del vero la Toscana è una delle regioni che più agevola questo tipo di attività e si è dimostrata preparata ed informata".

Se dovessimo misurare il valore aggiunto di una Iad?

"Offrono la garanzia casalinga di un prodotto curato in maniera artigianale. La tipologia di impresa si presta poi espressamente alla filosofia della filiera corta perché ciascuna impresa ha i suoi fornitori. Oltre la metà delle attività sono specializzate in prodotti da forno, pasticceria, cake design per catering e cerimonie quindi parliamo di farine e materie prime del territorio. In Emilia Romagna va fortissimo la pasta fresca. Non trattiamo prodotti crudi, carne o pesce".

Veniamo al marketing. Infornare è una passione, ma poi?

"Può suonare strano acquistare generi alimentari sulla soglia di casa, ma i nostri prodotti sono confezionati ed etichettati con elenco degli ingredienti e indicazione degli allergeni. Il prodotto viene ordinato, ritirato con asporto o spedito a domicilio e non è inusuale che vengano noleggiati furgoni refrigerati per le consegne dirette di torte nuziali ad esempio, direttamente al servizio catering". 

Sarebbe possibile tutto questo senza i social?

"La tipologia di impresa nasce dal passaparola, da una cena a casa tra amici che poi raccontano la serata e quello che hanno mangiato ma certo i social sono oggi la nostra vetrina principale. Instagram è attualmente il più utilizzato, poi c'è chi ha investito per la creazione del sito internet che non può prescindere dall'avere una piattaforma e-commerce per chi ha ad esempio una serie di prodotti come le biscotterie".

Cosa c'è nel futuro della Associazione?

"Sicuramente lo stesso obiettivo della fondazione, fornire informazioni ed assistenza a chi vuole affrontare questa avventura imprenditoriale. Facilitare l'accesso alla libera impresa a tutte quelle persone che sono capaci ma hanno bisogno di aiuto. Stiamo lavorando anche alla creazione di corsi formativi, social compresi perché come abbiamo detto la promozione è necessaria visto che dobbiamo fare tutto in casa e vorremmo rafforzare le convenzioni con i fornitori di materie prime perché la qualità del prodotto oltre alla manualità rappresenta la differenza delle nostre imprese". 


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